«Abbiamo parlato di come crescere valorizzando l'intangibile. Aspetti che caratterizzano gli elementi distintivi di un'azienda - spiega Remo Taricani, co-responsabile di Unicredit Italia - A volte le imprese non hanno la consapevolezza del valore di ciò che stanno creando perché si tratta di elementi che non compaiono a bilancio o che al massimo risultano tra le spese correnti anziché tra gli investimenti». «Le aziende di successo, oggi - prosegue Andrea Casini, co-responsabile di Unicredit per l'Italia - sono quelle in grado di coniugare esigenze di business, risorse intangibili e opportunità sociali. Si tratta di qualcosa in cui crediamo fortemente».
Per questo Unicredit punta sul progetto di Social Impact Banking che ha l'obiettivo di aiutare «le persone a rischio di esclusione finanziaria e le organizzazioni attive nella risoluzione di problematiche sociali» mettendo a loro disposizione «credito, competenze e reti di relazioni, in una crescita reciproca investendo nel microcredito e nella finanza di impatto». «Con il nostro programma di Social impact banking nel 2018 abbiamo approvato 72,9 milioni di euro di finanziamenti a impatto di cui 47,8 milioni di euro sono già stati erogati», sottolinea ancora Casini.
«Siamo una banca paneuropea con un forte impegno sull'Italia, dove abbiamo rilevanti attività. Come tali vogliamo dare il nostro contributo per supportare e rilanciare l'economia del paese rispondendo a quelle che sono le esigenze della clientela oggi», ricorda Taricani. E per farlo è necessario puntare anche su innovazione e internazionalizzazione. «Le imprese più internazionalizzate - aggiunge Casini - hanno livelli di efficienza, innovazione e competitività superiori che consentono loro di risentire meno del rallentamento economico e riescono a incontrare meglio la domanda di beni e servizi. Una buona fetta di imprese italiane è già internazionalizzata e ha contributo a generare un surplus commerciale ormai da alcuni anni nell'ordine dei 40 miliardi. Ma ci sono ancora troppe imprese che, a dispetto dell'ottimo potenziale, sono troppo localizzate ed è su queste che occorre agire».
j.o.
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