“World Pasta Day”, kermesse
ad ottobre per celebrare l'alimento

Il logo della manifestazione
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Giovedì 18 Luglio 2019, 20:47
Come sarà la pasta fra 30 anni? È la domanda a cui prova a dare risposta la 21ma edizione del World Pasta Day. In un pianeta che ha sempre più fame di pasta – in 10 anni il consumo è quasi raddoppiato, da 9 a circa 15 milioni di tonnellate annue – l’Italia resta il punto di riferimento per questo alimento. Non solo è il Paese che ne produce, consuma ed esporta di più, ma, soprattutto, ha portato nel mondo un modo tutto italiano di cucinarla e mangiarla, tra gusto, creatività, passione per il buon cibo, attenzione al benessere. È naturale che il luogo ideale per interrogarsi sul futuro della pasta nei prossimi 30 anni sia proprio quello dove spaghetti &co. sono parte integrante di una tradizione enogastronomica riconosciuta e apprezzata ovunque.
In occasione del World Pasta Day, manifestazione, ideata e curata da Unione Italiana Food (già Aidepi) e IPO – International Pasta Organization che ogni 25 ottobre celebra il piatto simbolo della dieta Mediterranea, i pastai italiani lanciano un’iniziativa promozionale per ristabilire la centralità di questo alimento in una buona e sana alimentazione.
Istituzioni, stakeholder, chef, ristoranti e pasta lovers verranno coinvolti nella kermesse “Al Dente” (http://aldente.worldpastaday.org), con una serie di iniziative speciali volute da Unione Italiana Food che da un lato omaggiano l’unicità della pasta e dello stile di vita italiano, dall’altro cercano di tracciare quali possono essere le tendenze di consumo della pasta da qui ai prossimi 30 anni.
«Tendiamo a immaginare la pasta come un prodotto immutabile, in realtà questo piatto ha accompagnato nel tempo il cambiamento dei nostri stili di vita – spiega Luigi Cristiano Laurenza, segretario dei pastai di Unione Italiana Food. Se pensiamo a come mangiavamo la pasta 30 o 60 anni fa ci rendiamo conto di quanto siano cambiate ricette, occasioni di consumo, formati e porzioni. La fortuna della pasta nel mondo è dovuta proprio a come riesce a intercettare tendenze alimentari, culturali e sociali. Allo stesso tempo, si è evoluto anche il suo processo produttivo, con una crescente attenzione all’impatto ambientale e ai trend salutistici. Per questo abbiamo cercato di tracciare il futuro di questo alimento da qui al 2050 riunendo attorno a un tavolo pastai e esperti del food».
 
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