Aggressione in casa a Pavona: voleva punire amante della moglie

Aggressione in casa a Pavona. Era una vendetta: due arresti
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Giovedì 18 Luglio 2019, 12:04 - Ultimo aggiornamento: 12:21
I carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo hanno eseguito un provvedimento cautelare in carcere, emesso dal gip presso il Tribunale di Velletri su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di due persone, ritenute responsabili dei reati di lesioni personali gravissime e incendio. Avviata nel marzo scorso, l'operazione denominata «Efesto», coordinata dal sostituto procuratore Giovanni Taglialatela e condotta dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Castel Gandolfo, ha permesso di porre fine ad una serie di eventi criminosi ed atti intimidatori avvenuti nella frazione Pavona di Albano Laziale, tra ottobre 2018 e marzo 2019, fatti di incendi, attentati ed aggressioni. Lo scorso 7 marzo, in via Roma, nella località Pavona di Albano Laziale, alcuni individui parzialmente travisati ed armati, dopo aver atteso che un 57enne rientrasse in casa, hanno fatto irruzione e, dopo averlo colpito con vari fendenti al corpo e al volto, procurandogli anche un segno permanente sullo zigomo, gli hanno incendiato casa.

L'uomo, benchè ferito e sanguinante, è riuscito a scappare e chiedere aiuto. Le indagini hanno permesso di far luce sulla vicenda, identificando i principali autori del fatto in due giovani, Alessandro Faina e Marco Tricarico.
Il primo, spinto da un forte risentimento e una voglia di vendetta dovuta a pregresse relazioni sentimentali della moglie con il nipote della vittima, dopo alcuni avvertimenti fatti di minacce ed intimidazioni, ha deciso di passare alle maniere forti. Così, il 7 marzo, insieme al suo amico, pur essendo sottoposto al regime degli arresti domiciliari, è uscito da casa di via dei Papiri a Roma e si è diretto verso Pavona dove, dopo aver atteso che la vittima rientrasse in casa, ha fatto irruzione e l'ha colpita con varie coltellate, sfregiandola per sempre sul viso. Subito dopo i due hanno cosparso di liquido infiammabile l'intera abitazione dandola alle fiamme. Nel corso dell'indagine è stato altresì accertato che Alessandro Faina, nonostante fosse sottoposto al regime della detenzione domiciliare, è evaso in due circostanze grazie anche all'aiuto di vari fiancheggiatori, finiti anch'essi nella rete degli investigatori e denunciati per favoreggiamento, che gli fornivano protezione e assistenza, tenendolo nascosto in un'abitazione della periferia romana, nonchè rifornendolo quotidianamente di soldi e cibo. Pedinando questi ultimi, oggi destinatari di varie perquisizioni, i carabinieri lo scorso aprile lo hanno arrestato per evasione portandolo in carcere dove è tuttora detenuto. 
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