Codice rosso, al Senato un emendamento per punire insulti e minacce sui social

La settimana del 22 luglio arriverà in Aula al Senato il cosiddetto "Codice rosso"
2 Minuti di Lettura
Sabato 13 Luglio 2019, 15:33

«Cagna», «Muori», «Ti auguro lo stupro». Insulti e minacce di questo tenore dilagano sui social. Le opposizioni propongono l'introduzione di un nuovo reato che punisca penalmente chi istiga o fa discriminizioni di genere anche sui social e in rete. «Abbiamo presentato un emendamento al codice rosso in commissione Giustizia», scrive su fb il senatore di Leu Pietro Grasso. «Una proposta semplice e concreta, su cui tutti dovrebbero essere d'accordo. Pensate che sia stato preso in considerazione dalla maggioranza? No! Ma noi lo riproporremo in Aula e lo faremo votare martedì». Il provvedimento sarà all'esame dell'Assemblea la prossima settimana.
Il testo prevede che il reato di
«propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione di genere» possa essere punito fino «a 6 anni di carcere e 6mila euro di multa» e che queste pene siano aumentate della metà qualora «il fatto sia commesso attraverso l'uso di strumenti informatici o telematici». Inviti allo stupro, minacce di morte, insulti volgari, ogni giorno contro le donne, solo perché donne».
IL TESTO
Il disegno di legge sulla tutela delle vittime di violenza di genere, il cosiddetto Codice rosso, è stato approvato martedì scorso senza modifiche dalla commissione Giustizia del Senato. I relatori, Elvira Evangelista del M5s ed Emanuele Pellegrini della Lega, potranno dunque riferine in Aula. Il provvedimento è stato approvato dalla Camera ad aprile. Le opposizioni avevano presentato circa un centinaio di emendamenti che sono stati tutti respinti. Il ddl dovrebbe approdare in Aula la settimana del 22 luglio, ha deciso la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama.
 
La proposta di legge 1455 vuole rafforzare le tutele processuali delle vittime di reati violenti, con particolari riferimento ai reati di violenza sessuale e domestica. Per le violenze sessuali le pene salgono a 6-12 anni rispetto a oggi, quando la reclusione minima è di 5 anni e quella massima di 10. La violenza diventa aggravata in caso di atti sessuali con minori di 14 anni a cui è stato promesso o dato denaro o qualsiasi altra cosa utile. Così le pene arrivano a toccare i 24 anni per le violenze sessuali sui minori. Corsie più veloci per i reati di violenza. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA