Auto rubate a Roma, ecco dove finivano: i mezzi venivano clonati

Auto rubate a Roma, ecco dove finivano: i mezzi venivano clonati
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Venerdì 12 Luglio 2019, 11:40 - Ultimo aggiornamento: 14:09

Auto rubate e poi clonate. La polizia ha sgominato una banda di 4 persone a Roma grazie all'operazione denominata Dna coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma – pool reati gravi contro il patrimonio. Per ogni veicolo tre soggetti subivano danni: chi pativa il furto, chi perdeva la titolarità del veicolo e chi, infine, inconsapevolmente acquistava l’auto rubata. L'indagine è partita dopo la denuncia del proprietario di un auto. Aveva deciso di venderla, ma quando ha fatto il passaggio di proprietà ha scoperto che la sua auto non era più sua ma di altri. Una delle vittima si è anche rivolta alla trasmissione televisiva “Mi manda Rai 3”.

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La banda applicava sofisticate tecniche di clonazione di veicoli. Le misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Roma su richiesta della Procura, sono state disposte per il concorso di più persone nel reato continuato di riciclaggio di veicoli, furto, ricettazione e falso. Gli arresti sono stati eseguiti nella zona est di Roma e nel Comune di Labico (RM), con l’impiego di oltre 40 uomini della Polstrada.

L’iter si articolava nel seguente modo: rubavano un veicolo, ne individuavano uno  identico per iniziare la procedura di “clonazione”. Con una regolare visura, acquisivano i dati identificativi del veicolo e le generalità dell’ignaro intestatario; dopodiché riproducevano falsa documentazione (carta di circolazione e targhe) identica alla documentazione del veicolo regolare.
Da quel momento il veicolo rubato, che nel frattempo aveva subito anche la contraffazione del numero di telaio ed era stato dotato della falsa documentazione, era pronto per il trasferimento di proprietà che veniva effettuato dagli stessi malfattori, con false procure speciali, corredate di vidimazioni notarili fasulle. Il vero intestatario del veicolo perdeva inconsapevolmente, la legittima titolarità dell’autovettura.

C. C. di anni 43, talvolta, anche usando generalità e documenti falsi, avvalendosi della stretta collaborazione di un fidato complice G. J. C. di anni 35 (delegato alla vendita), si rivolgeva a vari studi di consulenza automobilistica (sportello telematico dell’ automobilista) ove, con la documentazione alterata, riusciva nel suo intento fraudolento, ad ottenere il trasferimento di proprietà in favore dell’ignaro acquirente che pagava a “prezzo di mercato” un veicolo rubato.

Sono state sequestrate oltre una decina di auto di media e grossa cilindrata. Uno dei componenti della banda è stato arrestato perché trovato in possesso di una pistola rubata.  C.

C., già agli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico, per la detenzione illegale di armi e V. G., di anni 60, sono stati accompagnati presso il carcere di Roma “Regina Coeli” a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, mentre per gli altri due G. J. C. e L. M. di anni 67 sono stati disposti gli arresti domiciliari.  

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