Caos Procure, Palamara sospeso dal Csm: per lui né funzioni, né stipendio

Caos Procure, Palamara sospeso dal Csm: per lui né funzioni, né stipendio
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Venerdì 12 Luglio 2019, 11:06 - Ultimo aggiornamento: 15:42

Luca Palamara sospeso dal Csm. Nuovi guai per l'ex presidente dell'Anm Luca Palamara, indagato a Perugia per corruzione. Lui, che aspirava a un posto di procuratore aggiunto a Roma, non potrà più svolgere nemmeno il suo attuale ruolo di sostituto nè di conseguenza continuare a percepire la relativa retribuzione. Perché la Sezione disciplinare del Csm lo ha sospeso in via cautelare dalle funzioni e dallo stipendio. Un provvedimento che il magistrato - deciso a difendersi sino in fondo - e i suoi legali hanno già annunciato che impugneranno davanti alle Sezioni Unite civili della Cassazione. A costare caro a Palamara sono stati ancora una volta i suoi rapporti con l'imprenditore e amico Fabrizio Centofanti, a cui avrebbe messo a disposizione le sue funzioni di magistrato in cambio di viaggi e regali, secondo l' accusa dei pm di Perugia. Ma anche le conversazioni con politici e colleghi captate con il trojan inserito nel suo cellulare, che hanno fatto finire nella bufera lo stesso Csm. A quei colloqui in cui l'ex presidente dell'Anm discuteva delle strategie da attuare per la nomina del nuovo procuratore di Roma con Cosimo Ferri e Luca Lotti (imputato nella capitale nel processo Consip) e che sono stati utilizzati per contestargli un comportamento gravemente scorretto nei confronti dei candidati al concorso, partecipavano anche cinque consiglieri di Palazzo dei marescialli: quattro si sono dimessi, il quinto, Paolo Criscuoli, è ancora autosospeso.

​Coas procure: il pg della Cassazione Fuzio è indagato a Perugia


 


Non solo: in sede disciplinare a Palamara è stato rimproverato anche di aver discusso con Lotti delle «possibili strategie di discredito» nei confronti di Paolo Ielo, il pm titolare dell'inchiesta Consip. «Non ho mai svenduto le mie funzioni di magistrato né ho gettato discredito sui colleghi», si era difeso lui qualche giorno fa davanti al tribunale delle toghe. Parole che evidentemente non hanno convinto i suoi giudici, tra i quali c'erano anche Piercamillo Davigo e Sebastiano Ardita, che il pm romano aveva cercato inutilmente di escludere dal collegio giudicante con due istanze di ricusazione respinte. A chiedere la sospensione di Palamara dalle funzioni e dallo stipendio (ma gli sarà comunque corrisposto un assegno di mantenimento corrispondente al livello di carriera raggiunto) era stato il Pg della Cassazione Riccardo Fuzio, finito sotto inchiesta anche lui a Perugia per rivelazione di segreto d'ufficio: avrebbe rivelato dettagli a Palamara sull'inchiesta che lo riguardava. Un'accusa respinta dal Pg che già dopo la pubblicazione sui giornali delle intercettazioni del colloquio tra lui e il pm romano, aveva presentato al capo dello Stato le sue dimissioni. Dimissioni che partiranno dal 20 novembre prossimo e che sono state accolte mercoledì dal plenum del Csm, che ha già bandito il concorso per nominare il suo successore.

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