Ciccone, gli scherzi del cuore lo avevano fatto scendere dalla bici

Giulio Ciccone sul podio
di Alessandra Portinari
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Venerdì 12 Luglio 2019, 09:30
Il Tour de France lo ha incoronato, regalandogli una delle vittorie più belle della sua giovane carriera in cima alla Planche des Belles Filles. Al termine di una tappa che ha tagliato le gambe ai più esperti, ma che ha invece dato a Ciccone una doppia soddisfazione: maglia gialla e bianca di miglior giovane in un colpo solo. L’ultimo italiano ad indossare la maglia da leader alla Grande Boucle era stato Fabio Aru sui Pirenei, il 13 luglio 2017. Prima di lui, Nibali nel 2014. Soprannominato “il geco d’Abruzzo”, Giulio è nato in cima ad una salita della contrada Mulino, a Brecciarola, vicino Chieti. All’età di 7 anni è salito in sella grazie a Roberto Marraccino, a otto ha fatto la sua prima corsa a Manoppello, poi è stato seguito da Michele Cataldo, padre di Dario passista dell’Astana, prima di arrivare tra i dilettanti.

A RIGOPIANO
Ha studiato come geometra ed è professionista dal 2016. A 21 anni si è distinto al Gp Costa degli Etruschi, arrivando quinto, e alla Coppi e Bartali, con un sesto posto nella classifica finale, per poi giungere a ridosso dei migliori all’Amstel Gold Race. Il primo successo al Giro d’Italia è arrivato nel 2016, nella decima tappa con arrivo a Sistola. Nel 2017 dopo alcuni problemi fisici, che lo hanno portato a operarsi per ben due volte al cuore, ha pensato di lasciare l’attività, ma poi è tornato in sella più forte di prima. Nel Giro del 2018 è stato scelto dagli organizzatori per onorare, a nome di tutta la carovana, le vittime della tragedia di Rigopiano. Da quest’anno, Ciccone difende i colori della Trek-Segafredo, maglia con la quale ha vinto sul Mont Faron al Giro di Provenza, con l’exploit al Giro d’Italia dove ha conquistato la maglia azzurra in cima al Santuario di San Luca fino all’entusiasmante successo di tappa sul Mortirolo. Dopo il Giro ha vinto anche il Trofeo Bonacossa. E’ un fuoriclasse in salita ed è un corridore sempre all’attacco. Il ct della nazionale Davide Cassani lo ha definito «tra i più forti scalatori del momento». Audace e coraggioso, ma soprattutto con la personalità di chi ha ben chiari obiettivi e capacità personali, Ciccone ieri ha coronato a soli 24 anni il suo sogno da bambino. 

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