CITTÀ BOLLENTE
Possibile che un allenatore, nuovo, debba mollare il suo primo allenamento per andare a Siena e parlare con tutti i dirigenti, tra l’altro due di questi, li vede tutti i giorni a Trigoria? L’ultimo Pallotta all’Olimpico è più di un anno fa: la sera di Roma-Barcellona, per poi finire a farsi il bagno nella fontana di Piazza del Popolo. Quella notte era un eroe, la gente lo ha scortato in Hotel, esaltandolo, pure con qualche coro non raccontabile qui. Più di un anno dopo, nessuno, o forse pochi, sarebbero disposti a scortarlo con il sorriso, la maggior parte lo contesterebbe. E lui questo lo sa ed evita. Pallotta non si è visto né per la presentazione della nuova sede, assente anche la sera dell’addio alla Roma di De Rossi. Era passato a metà giugno scorso, prima di andare in vacanza sulla Costiera Amalfitana: una toccata e fuga, il periodo dell’arresto di Parnasi. Non fortunatissimo, in effetti. Lo stadio, appunto, per molti tifosi l’unica cosa vera che interessa a Jim e forse questa assenza è anche un messaggio alla Raggi. Adesso è a due ore dalla Capitale, nella campagna toscana, da Firenze a Siena, posti meravigliosi ma lontani dai cuori giallorossi, che non capiscono certe scelte. Non era nemmeno opportuno trascinare il suo consigliere Franco Baldini qui, lui altro uomo poco gradito alla piazza. Pallotta, portando le riunioni in Toscana (e un mese fa a Londra) ha protetto Baldini e se stesso. Due che tra i tifosi, in questo momento, vivono una totale assenza di gradimento. I tifosi si sentono messi da parte, quasi abbandonati. Tutto questo avrà una fine? Forse solo con i risultati, almeno quelli.
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