Roma, militare abusava della figlia in caserma: a processo. In auto teneva delle mutandine da bambina sigillate in una busta

Roma, militare abusava della figlia in caserma: a processo. In auto teneva delle mutandine da bambina sigillate in una busta
di Adelaide Pierucci
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 10 Luglio 2019, 08:05 - Ultimo aggiornamento: 10:48

A 14 anni, dopo un lunghissimo silenzio, ha confessato il suo calvario in una lettera finita nelle mani di suor Pia, la religiosa della casa famiglia che la ospitava: «Papà ha tentato di violentarmi, anche in caserma, avevo 9 anni». Sono bastate quelle poche parole per aprire uno squarcio su una famiglia romana che sulla carta poteva apparire modello: lui e lei, militari dell'Esercito, tre figli, tra cui la bambina di nove. Piccoli allontanati dalla famiglia perché trascurati, non adeguatamente accuditi, e costretti a subire le liti tra i genitori in via di separazione. Il dramma della violenza è stato scoperto dopo.

Palermo, 15enne violentata da tre ragazzi tra i viali dell'ex manicomio: le amiche la convincono a denunciare

Ora per il sospetto papà orco, col grado di maresciallo, si è aperto un processo con l'accusa di aver abusato più volte della figlioletta, da quando aveva otto anni. Anche in caserma, sul litorale, in un bagno annesso alloggio di servizio. L'uomo, un trentottenne, ritiene che siano «fantasie», ritorsioni della figlia perché sgridata mentre «provava ad accendere una sigaretta». Non sono stati, però, dello stesso avviso gli psicologi dell'infanzia e i magistrati che si sono occupati del caso e che a febbraio hanno fatto scattare per l'uomo un mandato di cattura in carcere. Madre e padre sono stati sospesi dall'Esercito.

I VIDEO
«Prima di raccontare il dramma vissuto la bambina viveva di camuffamenti», ha raccontato lo psicoterapeuta della struttura. «Sosteneva che non voleva stare dal padre perché in caserma la lasciava troppe ore davanti alla tv. Perché si annoiava». «In quel periodo, essendo all'oscuro di tutto», ha ammesso lo specialista, «l'ho anche spronata ad avvicinarsi al padre, per ricucire il rapporto». La lettera è di pochi giorni prima dell'arresto. Suor Pia aveva sollecitato la bambina a scrivere quello che non riusciva a dire. Allora ha scritto degli abusi, la stessa sera rivelati su whatsapp anche alla madre.

Dal giorno dopo la minore ha cominciato a comunicare anche coi disegni. Nel primo si è rappresentata come una mongolfiera, che volava in cielo. Sull'auto del padre al momento dell'arresto sono state trovate un paio di mutandine da bambina sigillate in una busta e due dvd. Uno era un cartone animato dai contenuti pedopornografici, Il parco delle sevizie». L'altro era un filmato dal titolo «Violenza paterna». «Video ampiamente sintomatici della devianza dell'indagato», hanno scritto i giudici del Riesame nel negare la scarcerazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA