Caos rifiuti a Roma, appello Ama ai romani: produrre meno immondizia

La differenziata è a ostacoli: -9%. Ma l’Ama ai romani: dovete farla
di Mauro Evangelisti
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Lunedì 8 Luglio 2019, 00:17 - Ultimo aggiornamento: 17:18

La crisi dei rifiuti che sta affogando Roma da oltre un mese ha un effetto collaterale disastroso: sta affondando la raccolta differenziata. E più aumenta l’indifferenziato, più Roma va in crisi, come il più classico dei cani che si mordono la coda. Da Ama ieri è tornata ad appellarsi ai cittadini perché dividano i materiali, a fare bene la differenziata in modo da diminuire il peso sugli impianti, ma in molti quartieri dove c’è la raccolta stradale, con i cassonetti circondati dai sacchetti di spazzatura, il banco sta saltando e tutto, irrimediabilmente, si mescola. 

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Dove c’è il porta a porta (raggiunge il 33 per cento dei romani) a causa dell’affanno che sta vivendo Ama, i passaggi degli operatori a volte saltano e questo ovviamente contribuisce ad alimentare i cumuli sulle strade. Da tre anni la giunta Raggi ha puntato tutto sul nuovo sistema di raccolta differenziata, promettendo sacchetti con il chip che avrebbero catalogato la spazzatura gettata, assicurando che sarebbe arrivata presto la tariffa puntuale che invece i romani non vedranno mai, quanto meno in questa legislatura. Un altro dato: il porta a porta, come ore lavorate dall’operatore, vale il triplo rispetto alla raccolta stradale, in altri termini per il porta a porta servono tre addetti, per la raccolta stradale uno.

Cosa dimostra che la crisi dei rifiuti sta affondando la differenziata? In primis, basta guardare le strade, dove i cumuli sono formati da tutti i generi di materiali: umido, carta, plastica. Quando arrivano gli operatori per ripulire i marciapiedi non hanno altra scelta che mettere tutto su uno stesso camion. Ovviamente i cassonetti, in linea di massima, vengono svuotati in modo corretto a seconda del materiale, ma il grande inghippo è rappresentato dalle montagne di spazzatura al di fuori dei contenitori. Ma anche i numeri confermano questa analisi: prendiamo come giornata tipo mercoledì scorso. Ama ha raccolto 2.800 tonnellate di rifiuti indifferenziati (per la precisione 2.796). In media, andando a vedere i dati dello stesso trimestre degli anni precedenti, in totale a luglio si producono 4.400 tonnellate giornaliere di rifiuti (indifferenziato e differenziato). In sintesi: 2.800 di indifferenziato, 1.600 di differenziato. Significa che la differenziata è al 36,3 per cento, un tracollo di oltre il 9 per cento che bisognerà recuperare nella seconda parte del 2019.

I POST
Qual era la percentuale della differenziata prima della grande crisi di giugno e luglio? Malgrado centinaia di post su Facebook, conferenze stampa, promesse elettorali, slide che ipotizzavano che la differenziata sarebbe aumentata di 30 punti in 5 anni arrivano addirittura al 70 per cento nel 2021, durante la gestione Raggi l’incremento è stato molto modesto, del 3 per cento. Addirittura, il dato del 2018 (mai ufficializzato perché manca il bilancio) ha portato a una stagnazione, mentre ad aprile 2019 Ama ha detto di essere al 46 per cento, appena tre punti in più rispetto al 2016. Questa crisi, con la parte differenziata ben al di sotto del 40 per cento, rischia di fare saltare tutte le previsioni e vanificare gli ingenti investimenti in termini economici e di personale fatti sul porta a porta. Da Ama e da Roma Capitale potrebbero rispondere: il dato calcolato non è attendibile, perché se in un giorno abbiamo raccolto 2.800 tonnellate di indifferenziato è perché abbiamo ripulito le strade e dunque non rappresenta la media di una giornata normale. In teoria è vero, ma nella pratica la situazione è perfino peggiore di quel 36 per cento: come ogni romano può constatare, in molti quartieri vi sono ancora a terra tonnellate e tonnellate di spazzatura non raccolta che, prima o poi, dovrà finire negli impianti. E tutto questo materiale, ancora non conteggiato, è indifferenziato (magari non lo era originariamente, ma ormai si sta tutto mescolando). Il fatto che la differenziata stia andando male rischia di dare un colpo definitivo a qualsiasi progetto della giunta Raggi e dell’Ama: si è sempre ragionato pensando di portare la percentuale della differenziata oltre il 60 per cento, purtroppo la realtà si sta dimostrando più forte delle slide. Ultimo problema: per una grande città, essere attorno al 40-46 per cento di differenziata è comunque un buon risultato, ma Roma ha anche un altro problema. La qualità del materiale separato è bassa. Spiegano gli esperti internazionali: «A Roma non dovreste calcolare la percentuale della differenziata, ma quella di ciò che effettivamente viene riciclato».
 

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