Roma, furto da 30mila euro: rom incastrato da un’impronta lasciata su uno specchio

Roma, furto da 30mila euro: rom incastrato da un’impronta lasciata su uno specchio
di Adelaide Pierucci
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Domenica 7 Luglio 2019, 13:38 - Ultimo aggiornamento: 17:24
Dai cassetti erano spariti tre orologi, abiti, gioielli e oggettistica griffati. Per una coppia di avvocati romani un weekend fuoriporta nell’agosto 2018 si era chiuso con un rientro da incubo. La loro abitazione, a Centocelle, come ha osservato poi un magistrato, più che svaligiata era stata depredata: solo il bottino oltre 30mila euro.

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A quasi un anno dal colpo, a quanto pare non coperto da assicurazione, una magra consolazione per i due legali, Laura C. e Luigi C.. La giustizia è riuscita a catturare e, ora, anche a condannare uno dei ladri, Sacir Hrustic, un ventenne rom nato a Roma, per mesi introvabile. E che ieri davanti al gip è stato condannato a 4 anni di carcere. 

A tradirlo un’impronta sullo specchio della camera da letto della coppia. Il giovane probabilmente nella foga di sbrigarsi ha lasciato la firma della sua colpevolezza. Erano stati proprio i proprietari di casa ad accorgersi delle tracce, segnalate al commissariato Prenestino. Ma per Hrustic che non ha mai voluto rivelare i nomi dei complici solo dopo sette mesi dal furto si sono aperte le porte del carcere. Formalmente risultava incensurato (considerato che aveva dei procedimenti pendenti ma con un altro nome). Ma soprattutto introvabile, non avendo fissa dimora. Del bottino nessuna traccia.

Sparito assieme ai trolley firmati, probabilmente usati per il trasporto. Per ora il ventenne rom resta in carcere. Già i giudici del Riesame ne avevano respinto la scarcerazione ritenuta incompatibile con le «modalità predatorie» del furto «verosimilmente commesso con altre persone, ma anche per i danni cagionati, abiti di alta sartoria e oggetti di lusso». «Un episodio» aveva specificato il collegio «che non può ritenersi isolato considerato i pendenti per furto e oltraggio dichiarati dall’imputato e probabilmente commessi sotto altre generalità e per questo non risultante sul certificato penale». Il pm Erminio Amelio aveva specificato nell’imputazione che per entrare nella casa l’indagato aveva «danneggiato le grate di sicurezza e forzato l’infisso della porta». 
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