Tra i due Paesi mediterranei c'è però una differenza rilevante: il nostro in base alle ultime proiezioni demografiche di Eurostat è destinato ad un declino abbastanza rapido della popolazione: dagli attuali 60,4 milioni scenderemmo sotto i 59 entro il 2030 per poi arrivare poi sotto i 56 nel 2050. La Spagna invece dovrebbe incrementare il numero dei residenti, toccando i 48 milioni nel 2030 (dagli attuali 47 scarsi). Da cosa dipende questo andamento divergente? Essenzialmente da due fattori. Da noi il saldo naturale, ovvero il divario tra i nati e i morti, è negativo in termini molto ampi: nel 2018 i 633 mila decessi superano di oltre il 40 per cento le quasi 440 mila nascite. Il Paese iberico - la cui popolazione è più giovane - ha anch'esso uno sbilancio ma più contenuto, intorno al 15 per cento. Questi diversi profili continueranno a manifestarsi nel tempo, pur in presenza di un peggioramento del saldo naturale in entrambi i Paesi. Il secondo punto riguarda immigrazione ed emigrazione: da qui al 2020 Eurostat prevede per la Spagna un saldo migratorio netto (cumulato) di oltre 2,2 milioni di persone, ovvero in media 186 mila l'anno, mentre in Italia sarebbero 1,4 milioni con una media di circa 117 mila.
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