​Roma, tra cumuli in putrefazione l’emergenza lunga un mese

Roma, tra cumuli in putrefazione l’emergenza lunga un mese
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 28 Giugno 2019, 00:08

Sotto il sole ci sono cumuli di rifiuti che stanno marcendo attorno ai cassonetti dall’inizio di giugno. Ci sono cittadini che vivono con i miasmi sotto le finestre, mentre le Asl stanno svolgendo verifiche e monitoraggi perché senza una soluzione rapida la definizione che per prudenza si preferisce non pronunciare - emergenza sanitaria - sarà inevitabile. «Anche se già abbiamo una emergenza igienica», spiegano.

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A NORD
Via Cassia, subito dopo il Raccordo, andando verso il Centro. Sono da poco passate le 13 quando si compone una immagine simbolo della crisi dei rifiuti: un badante spinge la carrozzina di una signora anziana, ma a un certo punto deve trascinarla quasi in mezzo alla strada. Il marciapiede è completamente occupato da colline di rifiuti. Per fortuna, le auto rallentano. Ma sulla Cassia gli stessi rifiuti - davanti a supermercati, esercizi pubblici, palazzi - sono distribuiti lungo il percorso fino a corso Francia. E quei cumuli di spazzatura hanno una caratteristica particolare, sottolineata dal fetore: sono lì da quasi un mese, i camion di Ama passano, scaricano i cassonetti, ma ancora non sono arrivate le squadre per liberare i marciapiedi. O, meglio: quelle schierate sono insufficienti, per cui alcuni tratti sono stati puliti; altri sono ancora lì, in un processo di putrefazione che, per la durata di permanenza a terra, non si era mai visto a Roma che pure ha vissuto numerose crisi dei rifiuti. L’altro giorno il direttore generale della Sanità della Regione Lazio, Renato Botti, ha scritto alle Asl perché svolgano delle ispezioni nelle aree vicino agli ospedali, alle scuole e ai mercati rionali. «Riceviamo ogni giorno moltissime segnalazioni, i romani sono molto preoccupati», conferma Alessandra Brandimarte del Servizio igiene sanità pubblica dell’Asl Roma 1. Walter Ricciardi, ordinario di Igiene e medicina preventiva all’Università Cattolica di Roma: «Dal punto di vista igienico la situazione è catastrofica, mentre il rischio è reso probabile dalla proliferazione microbica, favorita anche dal caldo. I cumuli di rifiuti attirano da giorni topi, insetti e uccelli. In passato hanno contribuito alla diffusione di epidemie».

RIVOLTE
In molti quartieri vi sono ancora montagne di spazzatura non raccolta, che a volte causano anche reazioni irrazionali, come a Tor Bella Monaca e sulla Tiburtina dove alcuni cittadini hanno dato fuoco ai rifiuti; a Tor Sapienza c’è chi ha bloccato la strada spostando i cassonetti. Spostiamoci da Roma Nord (Cassia) a nord-est, a Montesacro. In piazza Cimone c’è un medico che da una decina di giorni, ogni 48 ore, fotografa lo stesso cumulo di rifiuti. «Andrò avanti così fino a quando non li rimuoveranno, vediamo se mi stancherò prima io o se prima o poi passeranno a ripulire. Qualcosa hanno tolto, ma c’è ancora molta spazzatura». Le immagini sono disarmanti, con i sacchetti che tracimano sulla strada, tra le automobili. Spostandosi fino a Val Melaina, sempre nel III Municipio, s’incontra una delle catene montuose di rifiuti non raccolti più vasta. Via Giuseppe Conti ben racconta ciò che sta succedendo a Roma: i tre cassonetti sono stati svuotati da Ama, ma attorno c’è una discarica di spazzatura, cresciuta giorno dopo giorno, che l’azienda non va rimuovere. Cumuli simili anche avanti a una scuola dell’infanzia comunale e ai giardinetti dove giocano i bambini. Continuando il viaggio, ancora quadrante est, in via Prenestina, dal raccordo verso il centro fino a via di Tor Sapienza, è un susseguirsi di discariche ai lati della strada. Sono lì da molti giorni. Succede sia nella zona produttiva di via dell’Omo, sia nella parte più residenziale (sulla parallela Collatina). E il centro? In linea di massima c’è una difesa maggiore del territorio, ma poi a Prati o sulla Gianicolense trovi spazzatura non raccolta. In via della Conciliazione vedi quale cartolina porteranno a casa i turisti. Sacchetti di spazzatura strapieni, rifiuti sui sanpietrini, un gabbiano imperturbabile scruta il suo nuovo regno. Sullo sfondo la Basilica di San Pietro.

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