Metro Repubblica, negozi in ginocchio e turisti in fuga: «In otto mesi di chiusura danni per milioni»

Metro Repubblica, negozi in ginocchio e turisti in fuga: «In otto mesi di chiusura danni per milioni»
di Alessandra Camilletti
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Mercoledì 26 Giugno 2019, 10:16 - Ultimo aggiornamento: 20:09

La media parla di un 50 per cento di fatturato in meno, con punte del 70 per cento. Il Comitato Riapertura metro Repubblica da otto mesi calcola e racconta i danni subiti dall’area di piazza Esedra, che si allunga a via Nazionale, perché la chiusura della stazione ha complicato gli spostamenti degli utenti, che prima si fermavano a fare due passi e poi hanno iniziato a correre via verso Termini per prendere i mezzi. Lo stesso è valso per i turisti. «Sei sono le attività chiuse e in via di chiusura nella zona», ricorda il portavoce del Comitato, Angelo Mantini. 

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Lo scorso aprile si era ipotizzato un danno di 20 milioni di euro suddiviso per il migliaio tra negozi e pubblici esercizi che gravitano attorno alle stazioni metro chiuse, che allora erano tre: oltre a Repubblica e a Barberini – l’unica ora a rimanere chiusa e per cui si attendono tempi ancora lunghi –, anche piazza di Spagna. Proprio gli operatori di Barberini, tramite legale, alcune settimane fa hanno scritto a Comune e ad Atac sollecitando la riapertura dalla stazione e segnalando un calo del 30 per cento del giro d’affari, che tradotto in euro supera il milione. 
 


 
Guardando al dato complessivo, gli addetti ai lavori calcolano «due o tre milioni di euro in più» da aggiungere oggi al dato emerso a primavera. «Il danno in piazza della Repubblica è stato enorme – sottolinea Valter Giammaria, presidente di Confesercenti Roma – Alcune attività hanno chiuso e le imprese rimaste hanno sofferto molto, con incassi ridotti della metà e punte del 70 per cento. In quell’area non c’è stato più passaggio. Una situazione aggravata dal prolungarsi della chiusura della metro: otto mesi, non un paio di settimane». 
Nella quotidianità, quali le difficoltà maggiori? «Ci sono stati affitti non pagati – riepiloga Giammaria – e merce non pagata. Poi c’è stato chi ha potuto sopperire perché le ditte hanno consentito dilazioni di pagamento e chi invece no. Una situazione che ha contribuito anche al licenziamento di qualche persona». Almeno un’attività non ha confermato i contratti a termine in scadenza e ha congelato le assunzioni previste. «Una situazione di questo genere non si deve ripetere – aggiungere il presidente di Confesercenti – Serve una gestione diversa della città: quando c’è da fare un intervento, va fatto l’intervento, senza compromettere posti di lavoro né giro d’affari. Nelle altre città questo non succede: una metropolitana non può stare chiusa da ottobre a giugno. A tutto questo si aggiunge l’immagine negativa di cui ha sofferto la città, che ha un valore non quantificabile, per l’inefficienza nel risolvere il problema in maniera celere. Un’immagine negativissima». 

A ragionare sulle ripercussioni della chiusura di Repubblica, si sofferma su tempi e modalità di intervento anche David Sermoneta, presidente Confcommercio Centro di Roma: «Che Repubblica riapra è ovviamente positivo, rimane purtroppo il fatto che nell’emergenza l’amministrazione non ha fatto niente. L’emergenza l’hanno subita cittadini e operatori commerciali. Penso ad esempio al fatto che si potevano riaprire le Ztl come da noi richiesto e invece non è stato fatto». Il Codacons fa sapere che «sta raccogliendo le adesioni di cittadini ed esercenti per azioni risarcitorie». «Le scuse di Virginia Raggi sono rispedite al mittente – afferma in una nota il presidente Carlo Rienzi – chi vive e lavora nella zona di Repubblica, così come i turisti e i titolari di attività commerciali, ha subito un danno evidente. Gli abbonati Atac devono ottenere un equo indennizzo per il disservizio». Ora il pensiero degli operatori va ai lavori di manutenzione che stanno interessando tutta la linea A con periodi di chiusura di lunghe tratte ad agosto, anche in Centro.

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