Inscrive la figlia a scuola all'insaputa dell'ex marito: mamma condannata

Inscrive la figlia a scuola all'insaputa dell'ex marito: mamma condannata
di Marcello Ianni
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Domenica 23 Giugno 2019, 09:58
Iscrivere un figlio minore alla scuola senza il consenso di entrambi i coniugi in caso di separazione, in presenza della potestà genitoriale, rappresenta a tutti gli effetti un falso commesso da privato cittadino in atto pubblico. Ne sa qualcosa una mamma aquilana condannata dal Tribunale dell’Aquila alla pena di 20 giorni di reclusione insieme ai danni alla parte civile (l’ex marito) da liquidarsi in separata sede.

La vicenda giudiziaria penale conclusa in primo grado alcuni giorni fa ha avuto come protagonista una coppia separata, genitori di una bambina di sette anni. Tutto bene fino a quando l’ex marito (assistito dall’avvocato Maria Teresa Di Rocco) non si accorge casualmente, all’indomani della riapertura dell’anno scolastico, che la ragazzina era stata iscritta nel frattempo presso un'altra scuola. Decisione, secondo il racconto dell’uomo, che lo aveva non poco turbato in quanto fortemente contrario visto che la bambina aveva già stretto amicizia con altri bambini e preso come riferimento delle insegnanti e pertanto per le lei sarebbe stata una sofferenza dover ricominciare tutto daccapo. Peraltro una volontà quella della nuova iscrizione ad altra scuola, che era stata soltanto ventilata dalla donna nel corso di un colloquio con l’ex coniuge, il quale aveva immediatamente palesato il proprio diniego. Il tema non non era stato più ripreso e complice anche il tempo, sembrava essere stato definitivamente chiuso.

Quando poi la parte offesa si è recata presso la nuova scuola della figlia, ha scoperto visionando le carte che la moglie aveva tenuto nascosto anche al dirigente scolastico la sua condizione di donna separata ed aveva pertanto proceduto all’iscrizione in autocertificazione, inserendo nella domanda oltre ai suoi recapiti telefonici quelli dei suoi genitori, ma non quelli dell’ex marito, il tutto in violazione di Legge essendo stato l’uomo riconosciuto dal giudice del Tribunale dell’Aquila in occasione della separazione, quale genitore coaffidatario. Di qui la denuncia alla Procura della Repubblica sulla quale si è espresso il giudice penale che ha punito la donna che rischiava una sentenza di condanna fino a due anni di reclusione.
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