Obama sul lago di Como e il sogno Clooney alla Casa Bianca

Obama sul lago e il sogno Clooney alla Casa Bianca
di Concita Borrelli
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Domenica 23 Giugno 2019, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 11:04
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte.
Ora Alessandro Manzoni lì, vicino Lecco, mise Renzo e Lucia. Il loro amore osteggiato. Le loro famiglie. Il mal governo. La Chiesa. Le trastole di paese. La misericordia di Dio. 

Sull’altro ramo, quello che volge ad occidente, George Clooney ci ha messo il suo amore per l’Italia, per una civiltà e una storia antica che lì ci passava la via Regina, che, francamente, ad Hollywood risultano non pervenute. Ci ha messo il suo palato per la grande cucina. I suoi occhi per i giardini di Villa Oleandra. Ci ha progettato lo stupore dei suoi amici, divi quanti lui, da Cindy Crawford a Julia Roberts a Jennifer Aniston, quando il Lago si ammanta di bruma, i barcaioli passano in amicizia e tutto intorno è profumo sotteso a denaro discretissimo ed abbondantissimo. 
Su questo ramo del Lago di Como, è arrivato ieri un corteo di America a stelle e strisce, come se Barack e Michelle Obama fossero ancora, per tanto mondo, “The Presidents”. Entrambi. Coppia fintamente arresasi allo sfratto, i due consorti lavorano tanto e guadagnano di più conferenziando dalla mattina alla sera. Loro non vogliono e, platealmente, non possono abbandonare il sogno democratico americano (che come slogan funziona sempre) in un cassetto, godendosi le gaffe, e rodendosi anche un po’ il fegato, per quel certo attivismo, non sempre da biasimare, di Mister Trump. 

George ed Amal, ieri, con quanta emozione li hanno aspettati quei signori che fecero piangere il mondo perché la pelle nera in America era Radici e con loro divenne Riscatto! Tutti applaudimmo e tutti pensammo We Can!
Allora, che l’omaggio continui! Tutto bloccato, barcaioli compresi, per il loro arrivo. Paparazzi e curiosi a distanza. Cena in intimità tra benefattori e fuochi d’artificio. Per parlare di America, temi sociali, istanze delle minoranze, senza color carota sui capelli e tanto superbo vino italiano. Michelle e Amal sono due avvocati, di grande spessore. Amal però di figura filiforme. Libanese che con quegli occhi è sempre come se un canto mediorientale si sollevasse dalle strade, Michelle invece salutista, ma d’imperitura carne. Due gemelli la prima, Alexander ed Ella, due figlie alte e lanciate, Malia e Natasha la seconda. 

Due coppie che tutto hanno da raccontarsi durante un cocktail a bordo piscina. Anche che forse George potrebbe sognare il Sogno. Potrebbe toccare a lui la Stanza Ovale perché tanto piace, George. E mica sol perché beve caffè italiano, o perché se tocca pellicole fa oro, ma perché è buono con i poveri, ringhioso con i cattivi. Mondanità brutta parola. Solo charities oculatissime. Mai si droga, mai si fa cogliere ubriaco in moto, anzi, da quando in Sardegna ebbe l’incidente, l’ha proprio abbandonata. 

È padre attento. Ha una moglie avvocato di tutte cause vinte... altro che l’Azzeccagarbugli dell’altro ramo del lago. Coltiva con amore amici e qualcuno ne fa anche illazione. George potrebbe. Yes, he can! E tutto all’ombra di suolo lombardo.
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