Marevivo e l’Accademia Costume & Moda lanciano #StopMicrofibre, per bloccare il rilascio di particelle dei tessuti sintetici in lavatrice

Marevivo e l’Accademia Costume & Moda lanciano #StopMicrofibre, per bloccare il rilascio di particelle dei tessuti sintetici in lavatrice
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Venerdì 21 Giugno 2019, 17:28
L’associazione Marevivo insieme con l’Accademia Costume & Moda lancia #StopMicrofibre, un’alleanza per un’industria tessile competitiva e sostenibile che sarà supportata da una proposta di legge sul tema. L'incontro per la presentazione del progetto si svolgerà il 3 luglio alle 10.30 all'Accademia Costume & Moda in via della Rondinella 2 a Roma. La proposta di legge ha il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Marevivo, che da oltre trent’anni si batte in difesa del mare e delle sue risorse, ha lanciato la campagna #StopMicrofibre per sensibilizzare sul problema delle microplastiche rilasciate dai tessuti sintetici in lavatrice.

Il 40% delle microfibre non viene trattenuto dagli impianti di trattamento e finisce nell’ambiente naturale. Diversi studi dimostrano come ogni lavaggio liberi milioni di fibre microplastiche, particelle inferiori ai 5 millimetri di lunghezza, che vengono ingerite dagli organismi marini, entrando così nella catena alimentare.
La fondazione Ellen MacArthur nello studio “A new textiles economy” ha denunciato come gli abiti scarichino ogni anno mezzo milione di tonnellate di microfibre negli oceani, una quantità pari a oltre 50 miliardi di bottiglie di plastica. Tra i tessuti peggiori c’è l'acrilico, cinque volte più inquinante del tessuto misto cotone-poliestere. È indispensabile investire nella ricerca e nell’innovazione. Per questo Marevivo chiede l'approvazione di una legge che renda obbligatoria l’etichettatura dei capi d’abbigliamento che contengono oltre il 50% di fibre sintetiche e propone alle aziende di progettare sistemi di filtraggio più efficaci per lavatrici e di produrre tessuti che rilascino meno microfibre. É importante anche contrastare il problema della “fast fashion” preferendo prodotti di migliore qualità rispetto alla quantità, e porre attenzione anche ai materiali utilizzati durante la produzione (es: tessuto, filo, etichetta).
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