La sindaca Wonder Woman del paese terremotato ha salvato farmacia, banca e scuola: «Ora aiutateci»

La sindaca Wonder Woman del paese terremotato ha salvato farmacia, banca e scuola: «Ora aiutateci»
di Rosalba Emiliozzi
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Giovedì 20 Giugno 2019, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 16:19

Più che una sindaca, considerando la terribile situazione del territorio in cui opera, sembra Wonder Woman. È riuscita a salvare la banca e la farmacia, ha fermato la chiusura dell’ufficio postale, ha fatto riaprire l’unico distribuire di benzina e sta tentando in ogni modo di mantenere la scuola. Otto bambini in una pluriclasse davvero speciale. «Il livello didattico è molto alto, da anni gli alunni ci danno grandi soddisfazioni, hanno tutti ottimi risultati alla prova Invalsi e quando vanno alle medie tutti si distinguono per comportamento e resa scolastica» dice con orgoglio il sindaco Silvia Pinzi, 42 anni, alla guida di Serrapetrona, 960 abitanti nell’area terremotata delle Marche. 

«Ci siamo quasi rassegnati a perdere la scuola, una decina di famiglie dopo il sisma di tre anni fa è andata a vivere sulla costa, la ricostruzione non parte e loro restano li, i bambini ormai si sono ambientati, fanno un’altra vita, difficile che tornino». Ed è un peccato perché a Serrapetrona ce la stanno mettendo tutta per agevolare le famiglie rimaste. Il Comune provvede a molte attività collaterali: corsi di inglese, informatica, laboratori di teatro e musica, tutto gratis, come lo scuolabus. «Eppure non basta - dice Silvia Pinzi - le nostre zone, bellissime, subiscono da anni un lento spopolamento che il terremoto ha accelerato, il territorio è stato snaturato. Il tempo è il fattore principale, ma la ricostruzione è lenta, se fosse stata più veloce tutto sarebbe andato meglio. Ma così non è. Le persone che non hanno più la casa non possono aspettare anni, vanno altrove e ci restano».

L’appello del sindaco è a tutelare i piccoli borghi: «Sono l’ultimo baluardo in difesa del territorio, ogni paese racchiude storia, identità. La qualità della vita è ottima. Servono atti che fermino il progressivo spopolamento. Bisogna invertire la tendenza, creare agevolazioni fiscali per chi vive qui o vorrebbe venire. Assistiamo a una piccola ripresa del lavoro, diversi giovani hanno riscoperto vecchi mestieri: boscaiolo, agricoltura biologica, coltivazione di zafferano. Vanno aiutati, sostenuti con interventi mirati affinché possano pian piano camminare con le loro gambe. In montagna è tutto difficile, il telefonino non prende, la banda larga non c’è. Servono collegamenti, trasporti più facili».

Serrapetrona, dove l’aria profuma e il territorio è uno scrigno, è un acquerello di case incastonate in un paesaggio di rara bellezza,  ci sono quattro frazioni, un lago adatto alla canoa, un museo con un dinosauro, un deposito diventato spazio espositivo con le opere strappate alle macerie, la biblioteca arrivata grazie alla solidarietà pro terremotati, la vernaccia di Serrapetrona, ristoranti con piatti tradizionali e pasta fatta a mano. Lo scorso anno Monte D’Aria ha ospitato il concerto gratuito di Angelo Branduardi organizzato da Neri Marcorè per il festival RisorgiMarche. Musica fusa con la natura. Un modello di turismo che il sindaco Pinzi vuole rendere stabile: «Con i Comuni vicini abbiamo avviato  un progetto per promuovere il turismo lento, passeggiate, percorsi che toccano i tre laghi, Caccamo, Polverina e Fiastra - dice  Pinzi - il terremoto chi ha tolto tanto, ma stiamo provando  a rialzare la testa, partendo dalle nostre peculiarità».

Il clou è racchiuso nella manifestazione Appassimenti aperti, che celebra i vini ottenuti dal vitigno autoctono Vernaccia nera: sono prodotti, vinificati e imbottigliati nel piccolo comune marchigiano.   «Vengono da ogni parte d’Italia per visitare le aziende e assistere alle tre fermentazioni» dice Silvia Pinzi, che nella vita  è agente di polizia locale. Appena eletta  per il secondo mandato con il 90 per cento di voti, ha una vice sindaco donna e altre tre donne in consiglio. La politica è la sua passione. Eppure succede ancora  che in Comune qualcuno la scambi per la segretaria o un’impiegata. «Spesso bussano alla mia porta, mi vedono e chiedono: dov’è il sindaco? Oppure se esco con un tecnico a fare un sopralluogo, chi non mi conosce pensa che sia lui il sindaco. C’è da fare ancora molto contro i pregiudizi verso le donne.
 

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