​Raggi, da destra a sinistra: «Lasci, ha fallito». Gelo dei big M5S

Raggi, da destra a sinistra: «Lasci, ha fallito». Gelo dei big M5S
di Simone Canettieri
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Giovedì 20 Giugno 2019, 00:48

Da destra a sinistra, il coro è unanime: Raggi ha fallito, deve lasciare. In una giornata di assalto frontale, colpisce anche il silenzio dei vertici del M5S in difesa di Virginia Raggi. Luigi Di Maio, capo politico e vicepremier, non solo non condivide il post della pentastellata pubblicato su Facebook ma nemmeno spende una parola. Così tutti i ministri. L’unico a scendere in campo è Alessandro Di Battista, ma in maniera nemmeno tanto convinta: «La sosterrò sempre, mi auguro che questi ultimi due anni siano migliori». Oltre Dibba, si registrano le prese di posizione di Stefano Patuanelli, capogruppo al Senato, e Francesco Silvestri, vicecapogruppo alla Camera. Stop. In Campidoglio per tutta la giornata aspettano un cenno da «Luigi», una presa di posizione pubblica che non arriva. Segno di una distanza che è sempre più profonda. Anche Raggi ne è consapevole.

Ma sono le reazioni delle opposizioni all’editoriale del Messaggero a registrare un diluvio di critiche. Il vicepremier della Lega Matteo Salvini rilancia la sua opa sul Campidoglio: «In un anno sei messo alla prova, in due anni sei messo alla prova, quando sei al terzo anno qualche primo risultato dovresti anche vederlo. Ecco, il Sindaco ha detto ‘ho seminato, però qualche fiore dovrebbe pure sbocciare dopo tre anni di semina. Se non se lo pappano i gabbiani». Salvini conferma che «c’è tutto un gruppo che sta lavorando a un’idea di città e anche a ridisegnare i perimetri delle città, dei Municipi». Il programma potrebbe del Carroccio potrebbe essere presentato in Campidoglio già a luglio. «Stiamo governando il Paese figurati se non ci sentiamo in grado di governare una cittadella come Roma», chiosa il vicepremier. Il Pd insorge: vergogna definire Roma una «cittadella». «Ha detto “città bella” - precisano dal Viminale - è stato frainteso». Ma è per dire il clima già teso tra potenziali rivali.

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, attacca: «Invito Virginia Raggi a non prendersela ma a riflettere sul fallimento della sua amministrazione. Roma è allo stremo: dal disastro del trasporto pubblico locale, ai rifiuti, alle strade, al decoro, fino alla pervicace volontà di premiare nomadi e stranieri nell’accesso ai servizi sociali e alle case popolari». Anche Forza Italia va all’assalto. Antonio Tajani: «Lo stato di abbandono di Roma è sotto gli occhi di tutti. I romani sono esasperati da un’amministrazione comunale che - come rileva lucidamente l’editoriale - ha largamente dimostrato di non essere in grado di governare la capitale d’Italia. Serve cambiare in fretta». 

La vicepresidente della Camera Mara Carfagna chiede un consiglio dei ministri straordinario sui rifiuti: ««I ministri Matteo Salvini e Giulia Grillo si facciano carico di tutto questo. A Roma c’è un problema di ordine pubblico e l’emergenza rifiuti rischia, con il grande caldo, di trasformarsi anche in emergenza sanitaria». Anche nel centrosinistra c’è fermento. L’europarlamentare Pd Carlo Calenda: «Le dimissioni della sindaca sarebbero un gesto di onestà intellettuale». Il presidente del Pd, ed ex premier Paolo Gentiloni, sottolinea: «E’ vero, la pazienza è finita. Il Messaggero grida quello che ogni giorno sento ripetere dai romani. Non è più tempo di rinvii». Roberto Morassut, membro della segreteria Zingaretti, dice che la Capitale non è governata e che serve una costituente civica per l’alternativa.

Luciano Nobili, leader deil’area renziana del Pd, ragiona: «Una città in cui ormai è pericoloso anche solo prendere la metropolitana o indossare la maglietta rossa dei coraggiosi ragazzi del Cinema America. Il mondo intero guarda a Roma come l’epicentro del fallimento dei populisti, come una capitale alla deriva». E Roberto Giachetti: «La città è allo sbando, è evidente l’incapacità di governare».
 

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