Gli avvocati citano anche qualche esempio, oltre al bando del Mef che chiede “Professionalità altamente qualificate”, ricercate per “consulenza a titolo gratuito”.
Il comune di Pomezia ha pubblicato un regolamento per gli incarichi legali, i cui importi prevedevano «i valori minimi di liquidazione previsti, per lo scaglione di riferimento dei parametri forensi, ridotti al 50»; l’analogo bando pubblicato dal comune di Fiumicino, già impugnato dall’Ordine degli Avvocati di Roma; l’avviso pubblico, per fortuna già ritirato in autotutela, del Comune di Lariano «per la formazione di un elenco degli avvocati di fiducia dell’ente utile a conferire loro incarichi di assistenza, consulenza e svolgimento del patrocinio in giudizio». In positivo, di recente, la legge della Regione Lazio dell’aprile scorso che si impegna a garantire l’equo compenso ai professionisti. In tutti questi casi l’Ordine forense della Capitale, il più grande d’Italia, si è fatto promotore della battaglia che prevede l’impugnazione davanti al Tar di tutti i bandi ritenuti fuorilegge. Un dato su tutti per come la crisi economica sta affliggendo la categoria: oltre la metà dei professionisti ha redditi inferiori ai 30 mila euro. Un contesto nel quale i grandi committenti, anche pubblici, praticano aste al ribasso per l’affidamento degli incarichi. Vince chi offre il prezzo più basso.
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