Eppure tutti gli studi più recenti lo contraddicono: sono infatti 110 milioni gli americani che vivono in contee con elevati livelli di inquinamento e una malsana qualità dell'aria. Allo scetticismo del tycoon sul clima New York risponde con il piano più ambizioso al mondo nella lotta al cambiamento climatico. Lo Stato si impegna infatti a eliminare le emissioni di gas a effetto serra entro il 2050, quando tutta la sua elettricità è prevista arrivare da fonti senza emissioni di carbonio. Il piano fissa una tabella di marcia ben precisa: il 70% dell'energia elettrica di New York dovrà arrivare da fonti rinnovabili - quali l'eolico e il solare - entro il 2030. Entro il 2040 si dovrà centrare il target del 100%. Sul fronte dell'inquinamento atmosferico ci dovranno essere drastiche riduzioni, con un calo dell'85% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990. Il restante 15% dovrà essere compensato con misure per rimuovere l'anidride carbonica dall'atmosfera.
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Il Senato di New York ha dato il suo via libera al piano con 41 voti a favore e 21 contrari. Ora è atteso lo scontato disco verde della Camera a maggioranza democratica, e successivamente la firma di Andrew Cuomo. «È la legge migliore del paese», ha detto il governatore. «Sì, è ambiziosa e aggressiva, ma stiamo parlando del 2050. E 30 anni sono un periodo lungo. E poi non ci siano altre opzioni realistiche», ha aggiunto. Le critiche all'iniziativa sono state immediate. I target «fanno ridere» e «non ci sono dettagli su come raggiungerli», ha affermato Gavin Donohoue, il numero uno di Indipendent Power Producers of New York, associazione che rappresenta i titolari di centrali elettriche. Donohue ha avvertito poi sul rischio di un balzo dei costi per i consumatori e le aziende, costrette a diventare verdi per forza. «Farà male all'economia», gli ha fatto eco il senatore repubblicano Robert Ort.
Il vero nodo da sciogliere per New York è quello di come saranno centrati gli obiettivi, visto che lo Stato ha ridotto le sue emissioni solo dell'8% fra il 1990 e il 2015.
L'ostacolo principale al raggiungimento degli ambiziosi target sembra essere quello dei trasporti, che rappresentano da soli un terzo delle emissioni dello Stato. Un altro terzo arriva dalle abitazioni e dagli edifici commerciali, che bruciano gas o olio per il riscaldamento. Il piano però concede potere e ampio margine per agire alle autorità, che ritengono i risultati raggiungibili.
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