Ghiacci sciolti in Groenlandia, la slitta corre sull’acqua: la foto del cambiamento climatico

Ghiacci sciolti in Groenlandia, la slitta corre sull’acqua: la foto del cambiamento climatico
di Claudia Guasco
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Mercoledì 19 Giugno 2019, 00:39 - Ultimo aggiornamento: 12:55
Il 13 giugno Steffen Olsen, scienziato del Centro per l’oceano e i ghiacci dell’Istituto meteorologico danese, partecipa a una missione di recupero di attrezzature di un team di ricercatori. La foto che scatta è impressionante. Il cielo è terso, il sole splende e anziché trascinare la slitta sul ghiaccio, le due mute di husky hanno le zampe immerse nell’acqua.

SURRISCALDAMENTO
L’operazione, alla fine, è fallita: il materiale meteorologico e oceanografico collocato mesi fa sul mare di ghiaccio nel nord-est della Groenlandia, il secondo più esteso al mondo, non è stato rinvenuto a causa del suo scioglimento precoce. E l’immagine dei cani è diventata il simbolo del surriscaldamento del pianeta. «Il segnale è sicuramente preoccupate, anche se non è una novità assoluta. È già accaduto altre volte, benché ora i volumi di ghiaccio fuso siano particolarmente ingenti. Prima del 2000 eventi di questo tipo non si sono mai verificati, ora si ripetono ogni due anni. Dipende dal riscaldamento globale», interpreta il fenomeno Claudio Cassardo, docente di Meteorologia e clima al dipartimento di Fisica dell’Università di Torino. Da rilevare inoltre che «siamo in anticipo, di solito la fusione avviene da giugno inoltrato ad agosto».

La causa è la «grossa area di alta pressione soprattutto sulla parte sud della Groenlandia, con temperature di una ventina di gradi superiori al norma del periodo. È un’ulteriore evidenza del cambiamento climatico che sta avvenendo». Per effetto di questa bolla di calore, l’area ha già perso oltre 2 miliardi di tonnellate di ghiaccio. «Le comunità per lo più indigene residenti in Groenlandia dipendono dal mare di ghiaccio per spostarsi, pescare e cacciare. Sono loro le prime colpite dal suo scioglimento, con conseguenze che non si limiteranno a questa regione o al nord America», avverte Steffen Olsen.
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