Di sicuro l'ad Ivan Gazidis e i legali del club in questi mesi sono stati più volte a Nyon in cerca di una soluzione meno penalizzante per il progetto di rilancio pianificato dal fondo Elliott, che nei giorni scorsi ha inserito nell'organigramma della società l'ex rossonero Zvonimir Boban, vice segretario generale della Fifa negli ultimi tre anni, considerato un valore aggiunto nelle relazioni con le maggiori istituzioni calcistiche. E da giorni circolano rumor di una svolta in questo caso inedito e intricato, mentre il Milan attende di annunciare il nuovo allenatore Marco Giampaolo e di avviare la campagna acquisti (Krunic ha sostenuto le visite mediche, sono in vista un paio di cessioni per fare plusvalenze), inevitabilmente condizionata dalle sanzioni Uefa nonché da un bilancio ancora in sofferenza. Se tutto andrà come si attendono a Casa Milan, domani si concretizzerà una sorta di retromarcia da parte della Giudicante, che il 5 giugno aveva sospeso il giudizio sul secondo deferimento del club (per violazioni al fair play finanziario nei conti del 2018/19), in attesa del verdetto del Tas sul ricorso contro il primo (per i bilanci del 2015-18).
A due settimane di distanza, il Tribunale arbitrale dello sport non lo ha ancora messo in calendario almeno fino al 14 agosto, il Milan non ha avviato la procedura d'urgenza né risulta che abbia ritirato l'appello. Da recidivo, il Milan rischia l'esclusione dalle coppe. Adesso un eventuale verdetto della Camera giudicante arriverebbe in tempo per cambiare il destino europeo anche di Roma e Torino (il 25 luglio debutterebbe nei preliminari), con un margine (stretto) anche per un eventuale nuovo ricorso del Milan al Tas.
Un'ipotesi che il club di Elliott potrebbe scartare se dovesse ottenere un estensione del limite per raggiungere il pareggio di bilancio.
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