Shock nel calcio mondiale, bufera sulla Francia e sui tentacoli che - dall'epoca della presidenza Sarkozy - legano sempre più la sua politica, l'economia e lo sport agli emiri del Qatar: Michel Platini, passato da 'roi' dei campi di gioco a boss del governo del calcio, è finito sotto interrogatorio, in stato di fermo, in un commissariato di Nanterre alla periferia di Parigi, prima di venir rilasciato nella notte. «Non è più in stato di fermo: è stato alzato un polverone per niente», ha dichiarato ai media il suo avvocato William Bourdon all'uscita dalla sede dell'Ufficio centrale dell'anticorruzione a Nanterre. Rilasciata poco prima anche Sophie Dion, l'ex consigliera per lo Sport dell'Eliseo anch'ella fermata e interrogata sempre ieri nell'ambito della stessa inchiesta. All’uscita in piena notte dal commissariato, Platini ha fatto un selfie con un passante che lo aveva riconosciuto.
Morte Johansson, Platini: «E' stato un grande leader nel calcio europeo»
Coupe du Monde 2022: Michel #Platini en garde à vue
> https://t.co/9JQCWcvQ8N#WC2022 #qatar2022 #football pic.twitter.com/1g8MecPoEY— L'Echo (@lecho) 18 giugno 2019
Con lui, è stata interrogata in stato di fermo anche l'ex consigliera di Sarkozy per lo sport, Sophie Dion, mentre l'ex segretario generale dell'Eliseo e braccio destro dell'ex presidente, il controverso Claude Gueant, è sotto interrogatorio ma con lo statuto di «indagato» o «sospetto in libertà». L'inchiesta preliminare che ha portato a questa bufera giudiziaria sul calcio mondiale è condotta, dal 2016, dalla procura finanziaria in collaborazione con i magistrati svizzeri e americani. Le ipotesi di reato sono corruzione, associazione per delinquere e traffico di influenze.
Il sospetto dei magistrati che indagano per corruzione - secondo fonti giudiziarie che hanno confermato le prime informazioni del sito online Mediapart - riguarda quella che in molti indicarono come un'assegnazione inspiegabile dell'evento sportivo più importante, i mondiali di calcio. A tessere la potente ragnatela di potere con gli emiri fu Nicolas Sarkozy, questa l'ipotesi degli inquirenti, a partire da un pranzo all'Eliseo al quale partecipò anche Michel Platini. Era il 23 novembre 2010, nove giorni dopo la Fifa cominciò lo scrutinio per l'attribuzione dei mondiali e favoriti erano gli Stati Uniti. Ma in quel pranzo, cambiò tutto.
E Platini, subito dopo quell'incontro, chiamò al telefono Sepp Blatter, ex presidente Fifa, poi diventato suo rivale nel governo e finito indagato come lui in una vicenda di versamenti sospetti: «Platini mi disse: 'il presidente Sarkozy mi ha chiesto se io, o forse qualcuno dei miei amici, potessimo sostenere la candidatura del Qatar'. Io gli chiesi subito: 'ma ti ha costretto, ti ha chiesto di farlo? Mi ha detto 'no, no, ma quando il capo dello Stato esprime un desiderio, io dico vedremo come và». Come è andata poi si è visto, a partire dalla votazione in cui non soltanto Blatter ma la gran parte degli addetti ai lavori non aveva neppure considerato l'ipotesi del Qatar: 55esimo nella classifica Fifa, temperature insostenibili con stadi nel deserto, condizioni di lavoro nei cantieri del mondiale denunciati da Ong e associazioni per i diritti umani.
Eppure, i 24 membri di quel comitato esecutivo Fifa non scelsero né Australia, né Giappone o Corea del Sud, soprattutto non i favoriti Stati Uniti: 4 voti promessi agli Usa ( Platini e 3 membri a lui fedeli) cambiarono sponda e il Qatar vinse a sorpresa con 14 voti contro 8. Secondo France Football, nel famoso pranzo all'Eliseo - al quale era ospite d'onore Tamim bn Hamad al-Thani, principe erede al trono, diventato emiro dal 2013 - si parlò anche dell'acquisto del Paris Saint-Germain da parte dei qatarioti (si realizzò esattamente un anno più tardi), di una crescita della loro quota nella proprietà del gigante Lagardere e della creazione di una piattaforma tv, BeinSports, per fare concorrenza sul calcio e altre discipline a Canal Plus.
Questo, secondo le ipotesi, in cambio della promessa del voto di Platini: non agli Stati Uniti in ossequio ad un accordo 'diplomaticò (Russia 2018, Usa 2022), ma al regno degli emiri.