CLUB ITALIA
Va solo capito che nome avrà questo ruolo. Da capo delegazione (anche se qui in pole c’è Gianluca Vialli), a team manager, quest’ultimo incarico di Gabriele Oriali, pronto a tornare all’Inter. Un ruolo vicino a Roberto Mancini, suo vecchio idolo da campo e ora amico di padel. Se la Roma è stata casa sua per trent’anni, la Nazionale è stata la casa al mare. Con l’azzurro ha vinto un campionato del mondo e Totti è sempre stato un personaggio significativo per l’Italia azzurra. A tal punto che la Figc ha nominato lui e Vialli come ambasciatori di Euro 2020, visto che proprio Roma sarà protagonista con la cerimonia di apertura con partita inaugurale e un quarto di finale che si disputerà all’Olimpico. Così come, sempre Totti, è stato proposto come uomo immagine italiana del prossimo mondiale in Qatar, 2022. Quindi buono per una poltrona in Figc e on in Fifa, per conto di Infantino.
LE CHIAMATE
Francesco da domani sarà a disposizione dello sport italiano, non a caso il luogo scelto per comunicare l’addio sarà il Coni e lì c’è il suo amico Malagò, che saprà come indirizzarlo nell’immediato futuro. Totti resterà nel calcio, perché quello ama, ma intanto se lo litigano le televisioni, sia come opinionista/talent, sia per fiction e comparsate varie qui o là, come noto c’è in cantiere un film sulla sua vita. Non avrà problemi e non erano i soldi a trattenerlo nella Roma. Quelli ne riceverà tanti in qualsiasi ambito. Il problema è non sentirsi utile là dove lo è sempre stato. E’ un po’ il concetto espresso da Batistuta proprio ieri sul suo ritorno a Firenze. «Con Commisso ci siamo salutati e ci ho parlato. Per il momento è finito tutto lì, dipende cosa vogliono loro che io faccia, vivo in Argentina e mi dovrei spostare. Vediamo, io aspetto. Se mi chiamano vorrei essere utile, altrimenti restiamo così come siamo». Utile. Ciò che Totti non può più essere nella Roma. Lo sarà per tutto il resto.
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