Cristiana Romito, sorella dello chef stellato Niko: «Ce l'ho fatta in un mondo di maschi»

Cristiana Romito, sorella dello chef stellato Niko: «Ce l'ho fatta in un mondo di maschi»
di Paolo Mastri
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Mercoledì 12 Giugno 2019, 16:25 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 17:10
È l’altra metà di un cielo in cui brillano le tre stelle Michelin di Niko Romito, lo chef abruzzese ben insediato ai vertici dell’alta cucina. Lei è Cristiana, la sorella di Niko, padrona di casa nella sala del Reale e regina dell’hospitality nelle raffinate camere di Casadonna, l’ex convento di suore che a Castel di Sangro ospita anche un’Academy tra le più ambite dagli aspiranti cuochi. Cristiana, l’anima femminile, razionale, generosa, sorridente, di un binomio, di un’impresa, di un mondo ancora tanto maschile.

La storia è nota. L’improvvisa morte di papà Romito costringe i figli ancora ragazzi (con Niko e Cristiana c’è anche Sabrina, sotto l’occhio vigile di mamma Giovanna) a prendere le redini della pasticceria di famiglia, con piccolo ristorante annesso, a Rivisondoli. Pochi mesi, giusto il tempo di vendere per poi tornare agli studi e a progetti di vita diversi. Invece. Oggi Romito significa Reale, Casadonna, i tre Spazio di Milano, Roma e Rivisondoli, ristorazione negli hotel Bulgari e Alt, l’ultima creazione dei brothers che lungo la statale che collega l’Abruzzo a Napoli sforna pane e biscotti di qualità insieme a versioni gourmet di cibi semplici, dalla bomba al pollo fritto, al panino con la porchetta. Niko la mente, Cristiana il braccio. Complice, mai ancella.

«Per dire - racconta lei -, a me toccano primo assaggio e giudizio su ogni nuovo piatto, ponderazione su ogni idea. Il mio lavoro non è da poco e lo rivendico. Non è stato semplice farsi spazio in un mondo essenzialmente maschile, non soltanto in cucina. Ancora oggi che qualcosa sta cambiando, la sala è un terreno difficile per una donna. Un po’ perché è così da sempre, un po’ perché è un mestiere pesante. Orari infelici, che diventano impossibili se si fa pranzo e cena, niente domeniche, niente feste comandate, margini minimi per conciliare lavoro e famiglia. Io? io riesco, con molta fatica. Il lunedì e il martedì sono i giorni dedicati a riprendere fiato, quando banca, commercialista e pratiche urgenti lo consentono. Però è questa la mia vita di donna in un mondo di uomini».
 
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