Sampietrini addio, ecco la mappa delle strade da dove spariranno

Sampietrini addio, ecco la mappa delle strade da dove spariranno
di Stefania Piras
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Mercoledì 12 Giugno 2019, 10:33 - Ultimo aggiornamento: 10:46

Tempo di traslochi in Campidoglio. A spostarsi sono i sampietrini che verranno tolti da una settantina di vie e riposizionati in altrettante strade. Presente a Roma dal 1587, la tradizionale pietra che ricopre il pavimento stradale della Capitale, ha bisogno di una revisione «per ricucire le arterie della città in base a esigenze di mobilità e anche storiche», ha detto la prima cittadina.

Togli il sampietrino, rimetti il sampietrino. Dove? Da via IV Novembre e via Nazionale verranno rimossi. In via IV Novembre l'intervento è già in corso e dovrebbe essere visibile entro il 2019. Per quanto riguarda via Nazionale c'è già un finanziamento di cinque milioni di euro che ha avuto il via libera dla Consiglio dei Ministri. Mentre in via del Corso e in via Condotti, che ha un antico selciato di sampietrini in profondità, verranno posati. La novità del grande piano, «mai visto prima» ha detto Raggi, è che sarà «a saldo zero».



Vuol dire che i sampietrini tolti da una parte (68 strade) verranno piazzati altrove (113 strade). Quelli di via del Corso arriveranno da viale Aventino che tonerà liscia, così come via di Torre Argentina, l'ultimo tratto di via Marmorata (da largo Gelsomini fino a Porta san Paolo), viale Piramide Cestia e via Amerigo Vespucci. Anche in zona stazione verranno rimossi: in via Marsala («Dobbiamo ancora capire chi e perché li ha messi là», ha detto in conferenza stampa Raggi), via Giolitti, via Montebello e via Castel Fidardo. Il piano prenderà corpo questa estate: ci sono sei milioni di euro stanziati ad hoc nella variazione di bilancio.

IL PACCHETTO
Dentro il pacchetto spuntano anche grandi incompiute: il selciato di piazza Venezia per cui ci sono un milione e mezzo di fondi del del Giubileo ancora non spesi. Lì verrà stesa una soletta strutturale di cemento armato su cui poggeranno i sampietrini; un modo per attrezzare la strada a sopportare il traffico. I giardini di piazza san Marco saranno riqualificati insieme a quelli di piazza Venezia.

L'idea che sottende il corposo dossier Sampietrini è quella di vestire in modo adeguato le vie dello shopping, le passeggiate, e quindi i tratti che hanno caratteristiche prevalentemente pedonali. Comparirà il classico selciato romano, dunque, in via del Quirinale, in via XX Settembre, via Tomacelli, via dei Pontefici ma anche in via di Porta Latina e via di Monte Testaccio. «Posare i sampietrini in via del Corso dovrebbe servirci da apripista per riqualificare così tutto il Tridentino», spiega l'architetto della Sovrintendenza Rossella Pesoli.

Tra i percorsi che si prevedono a sampietrini c'è quello da piazza San Giovanni al Colosseo e un percorso tra le Basiliche sull'Aventino con la riqualificazione in sampietrino di via di Santa Sabina fino a Piazza Cavalieri di Malta. Non sono comprese nel piano, perché necessitano di una più complessa progettazione, le aree di Piazza della Repubblica a Piazzale Ostiense e Piazza di Porta Maggiore. Si tratta comunque di lavori che devono essere ancora progettati e banditi quindi partiranno il prossimo anno, «a 2020 inoltrato», ha detto Roberto Botta, il vice direttore generale del Campidoglio.

LA POLEMICA
I nuovi cantieri per i sampietrini che sono all'orizzonte però hanno attirato le critiche dell'opposizione in Campidoglio. Il Pd si ricorda un annuncio simile un anno fa: «Nell'annuncio di giugno 2018 le zone interessate erano piazza Venezia, via Crescenzio, via IV novembre e via Nazionale. Oggi nuovo annuncio con via Nazionale, via IV novembre e viale Aventino. Giugno per la giunta M5S è il mese dei sampietrini».

La Lega con Maurizio Politi dice che bisognava pensare alle buche prima di toccare i sampietrini: «Chiudessero le pericolose voragini che assillano quotidianamente i cittadini romani».

E anche FdI con Marco Visconti attacca: «La giunta è malata di protagonismo, via Nazionale è vincolata», e dunque secondo loro non si tocca. Il capogruppo M5S Giuliano Pacetti difende il piano perché «ricuce il tessuto viario , tiene conto delle mutate esigenze della città e della sicurezza tutelando al contempo il paesaggio e la storia di Roma. Un lavoro enorme mai fatto prima che grazie alla costituzione di questo Tavolo è stato portato avanti senza lungaggini burocratiche e rimpalli sui pareri». 

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