Uomini che interrompono le donne, come riprendersi la parola scippata

Gli uomini hanno tre volte più probabilità di interrompere una donna
di Maria Lombardi
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Mercoledì 12 Giugno 2019, 08:14
E nel bel mezzo del discorso, la voce di lui. Sovrasta, ruba la scena, mette a tacere. Non sia mai lasciare l’ultima parola a lei. Ma nemmeno la penultima. Diciamo che dopo la ventesima parola concessa all’interlocutrice, la tentazione di interrompere è molte più forte della pazienza di ascoltare. Capita nelle riunione di lavoro, nei dibattiti tv, nei briefing, nelle conference call o più banalmente nelle discussioni tra amici o in famiglia. Così frequente, il fenomeno del “manterrupting” da aver meritato nel tempo studi discussioni e  persino una app. Uomini che interrompono le donne. Per dire la loro, precisare o semplicemente zittire.

Le statistiche dicono che se ne approfittano, e parecchio. Gli uomini hanno tre volte più probabilità d’interrompere le donne di quante ne hanno d’interrompere altri uomini. Le donne s’interrompono fra loro, ma non interrompono gli uomini. Risultato: le donne subiscono sistematicamente il furto di parole. Educate a far le brave ragazze, il più delle volte la parola scippata non se la riprendono. E così tanti bei discorsi restano a metà, stroncati dalla voce di lui.

Donald Trump è riuscito a interrompere Hillary Clinton per ben 51 volte in un dibattito durante la campagna presidenziale. Da record. In Germania sono stati recentemente analizzati i dibattiti parlamentari per capire se il manterrupting possa essere considerato una forma di resistenza contro le donne in politica. Non ha aiutato granché la app ideata un paio d’anni fa da un’agenzia brasiliana “woman interrupted” per calcolare quante volte una donna viene interrotta da un uomo.

Provate un po' a fare altrettanto, consapevoli però di rischiare il  “mansplaining”. Lui, interrotto dalla donna, spiega perché lei sta dicendo cose senza alcuna importanza. Tornate alla carica con una nuova replica? Scatta la vendetta: il manterrupting definitivo. Taci. Ma può anche anche peggio, con il  “bropropriating”: l’uomo non ruba la parola ma direttamente l'idea dell'interlocutrice.

Certo, ci sono anche le donne che interrompono gli uomini. O che urlano quando qualcuno prova a fermarle. O che sfilano idee e occasioni ad altre donne,  il «sister-propriating». Solo che è raro che un uomo interrotto resti in silenzio. Perché non fare lo stesso? Secondo la linguista Kieran Snyder, co-fondatrice di Textio, le donne che non imparano a interrompere gli uomini non fanno carriera, almeno non nel campo della tecnologia. Tutta questione di fiducia e allenamento, anche. Con stile, magari, ma val la pena di provarci. «Per piacere, fammi finire», oppure «volevo chiudere il discorso», e se lo scontro si fa serrato mostrarsi inflessibili, «mi interrompi di continuo. La vuoi smettere, per favore?». Oppure, ma ci vuole un bel tono e una grande concentrazione, continuare il discorso ignorando la voce di lui. Carriera o no, è tempo di riprendersi la parola.
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