Da Toulouse Lautrec a Grasset, la donna nel periodo dell'Art Nouveau

Il manifesto della mostra Femmes 1900
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Mercoledì 12 Giugno 2019, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 10:03
Le stelle dello spettacolo, da Sarah Bernhardt a Loie Fuller e Cléo de Mérode, ritratte come muse nei manifesti di Toulouse Lautrec, Mucha, Grasset e Privat Livemont; e poi le signore borghesi più normali e tuttavia altrettanto carismatiche, rese immortali nei dipinti di Poetzsch e Franzoni, e nelle sculture, nei vasi e nelle lampade di Larche, Rivière, Fortiny, tutte emblema di un nuovo stile di vita e di una nuova consapevolezza.

C'è un universo sfaccettato di donne in cammino verso la modernità nella mostra
Femmes 1900, in programma a Pordenone fino al 21 luglio presso la Galleria Bertoia. L'esposizione si concentra sulla rappresentazione (e l'osservazione) della figura femminile nel periodo dell'Art Nouveau, attraverso circa 300 opere provenienti da tutta Europa, tra pittura e scultura, ceramiche, oggetti in metallo, vetri e manifesti pubblicitari.

Rievocando il rivoluzionario passaggio tra '800 e '900, con il progresso scientifico e delle tecniche industriali ma anche con l'evoluzione dei costumi e del ruolo della donna, non più solo moglie e madre ma anche artista e intellettuale, il percorso appare ricchissimo di suggestioni e rimandi, la cui originalità sta nel fatto di presentare al pubblico opere appartenenti a collezioni private, alcune mai esposte, e dunque fuori dai normali circuiti espositivi.

A cura di Maurizio Lorenzo e organizzata da Propordenone Onlus in collaborazione con il Comune di Pordenone, la mostra procede per sezioni tematiche, documentando come la donna sia stata il comune denominatore delle diverse declinazioni che questo particolare movimento artistico-filosofico ha avuto nei vari paesi europei, non solo dunque l'Art Nouveau francese quindi ma anche il Modernismo spagnolo, il Liberty italiano, la Secessione Austriaca, lo Jugendstil tedesco.

Accanto alle opere dedicate celebri e acclamatissime Sarah Bernhardt e Cléo de Mérode, nell'esposizione vengono affrontati vari temi, dal legame della donna con la natura a quello con le arti, dal simbolismo al giapponismo, anche con l'obiettivo di illustrare quanto l'arte in quegli anni stesse mutando pelle, divenendo riproducibile in serie e contaminandosi con la pubblicità e la moda: ecco quindi che la donna non è più soltanto protagonista su tele e sculture ma anche su manifesti e oggetti artistici di uso quotidiano, come lampade e vasi.

Un particolare omaggio è dedicato a Eugene Grasset, uno dei padri della grafica moderna e dell'Art Nouveau, del quale, oltre agli splendidi manifesti pubblicitari (con le sue donne malinconiche e innocenti, dai capelli sciolti e dalle figure bordate di nero, quasi di ispirazione medievale) viene mostrato un mosaico di cui esistono solo due esemplari.

Per rendere la visita della mostra ancora più immersiva, il pubblico potrà ammirare le opere d'arte ascoltando una colonna sonora a tema, con brani musicali del periodo Belle Epoque, nonché vedere alcuni spezzoni del film
Les amours de la reine Elisabeth interpretato nel 1912 da Sarah Bernhardt e del cortometraggio Création de la Serpentine del 1908 con protagonista Loie Fuller.
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