A oggi, infatti, non si conoscono bene le modalità con cui questi soldi pubblici potranno tornare nelle casse dello Stato. Destinati a contratti di sviluppo, reindustrializzazione, ma anche a tutela e salvaguardia occupazionale, parte dei fondi potrebbero essere già stati spesi dalla stessa Whirlpool e questo complicherebbe o soprattutto rallenterebbe la restituzione. Tuttavia, per ora, il piglio del ministro raccoglie il plauso dei sindacati e il rammarico dell'azienda.
Proprio quest'ultima ha manifestato il dispiacere per le parole di Di Maio, rimarcando il fatto di non aver ancora mai disdetto l'accordo siglato nel mese di ottobre e soprattutto di non avere l'intenzione di chiudere il sito di Napoli, ma di essere «impegnata a trovare una soluzione che garantisca la continuità industriale e i massimi livelli occupazionali». Se la soluzione resta però quella di cedere lo stabilimento a un eventuale soggetto terzo, i sindacati continueranno a opporsi.
L'auspicio della segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, è che ora «alle parole seguano davvero i fatti», riferendosi agli investimenti che l'azienda si era impegnata a portare avanti in Campania. A chiedere il rispetto degliaccordi, con l'intervento del governo, è anche la segretaria generale della Fiom, Francesca Re David. A sperare che il provvedimento di Di Maio possa essere un deterrente sufficiente c'è poi il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, che ricorda però anche il bisogno di interventi strutturali.
Dalla Uil di Napoli, poi, fanno sapere che che le difficoltà indicate dall'azienda oggi sono le stesse che ad ottobre aveva garantito di affrontare con gli investimenti e con il concentramento di tutte le lavatrici alto di gamma a Napoli.
Intanto, nel capoluogo campano si è tenuto un consiglio comunale monotematico per discutere proprio della vertenza Whirlpool. Ne è venuto fuori un documento unitario in cui l'assemblea cittadina si impegna, fra le varie cose, «a considerare l'etica del lavoro come principio unitario econdiviso, a sostenere i lavoratori e le organizzazioni
sindacali in tutte le sedi ordinarie e straordinarie contrastando ogni speculazione e ogni possibile motivo di allontanamento dall'accordo sottoscritto nel 2018 e a porre la questione Whirlpool nelle opportune sedi politiche e
amministrative come parte della questione meridionale nella sua complessità».
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