In Marocco più della metà delle donne vittime di violenza: «Viviamo nel dolore»

In Marocco si insegna alle donne come coprire i segni di violenza
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Martedì 11 Giugno 2019, 07:44 - Ultimo aggiornamento: 08:50

In Marocco più di una donna su sue (circa il 54,4%) ha subito violenze secondo un sondaggio pubblicato dal Ministero della Solidarietà, della Famiglia e dello Sviluppo Sociale. La fascia di età più a rischio - riferisce Reuters - è quella tra i 25 e i 29 anni. Solo il 28,2% delle donne vittime di abusi ha parlato con una persona o un'istituzione ed appena il 6,6% ha presentato denuncia, in base ai risultati del sondaggio. Ben Ghala, una donna di 40 anni vittima di violenza, ha raccontato di essersi rivolta al centro di ascolto e consulenza di un piccolo centro vicino Rabat  dopo essere andata in ospedale per le sue ferite. «Viviamo nell'oppressione e viviamo nel dolore. Il colpo che ho ricevuto in testa ha rovinato la mia vista». 

Il Marocco ha dozzine di questi centri in tutto il paese. «Ho avuto un aborto per le percosse subite», ha raccontato Raja, una disoccupata di 19 anni, che ha detto che suo marito era violento e ora vive con i suoi genitori. Charifa, 26 anni, ha detto a Reuters di essere stata picchiata da suo marito, che l'ha espulsa da casa e le ha impedito di vedere suo figlio e sua figlia, di 7 e 6 anni. Nè  Raja né Charifa e molte altre hanno portato i loro mariti davanti a un giudice. Avrebbero bisogno di fornire ulteriori prove e portare testimoni in tribunale per vedere i presunti colpevoli consegnati alla giustizia. Tuttavia, è molto difficile portare testimoni nei casi di violenza domestica,  le corti spesso respingono le testimonianze.

Il ministro della Solidarietà, della Famiglia e dello Sviluppo sociale Bassima Hakkaoui ha dichiarato che la legge che criminalizza la violenza contro le donne le ha incoraggiato a denunciare gli aggressori. Ma il tasso di violenza contro le donne è
«spaventoso», ha aggiunto. la violenza sia perpetrata da persone conosciute, come per esempio un collega di lavoro. La nuova legge include anche un divieto ai matrimoni forzati e alle molestie sessuali in luoghi pubblici con pene che vanno da uno a 5 mesi di carcere e multe dai 200 ai 1.000 dollari. C’è però un punto dolente e motivo di scontro con la società civile: la legge non prende in considerazione la violenza coniugale. Il testo non include infatti lo stupro commesso dai mariti o la violenza coniugale, né tantomeno definisce la violenza domestica lasciando così le donne vulnerabili dal punto di vista legale.

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