Papa Francesco accusa l'Europa: «Porti chiusi ai migranti ma aperti alle navi piene di armi»

Papa Francesco accusa l'Europa: «Porti chiusi ai migranti ma aperti alle navi piene di armi»
di Franca Giansoldati
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Lunedì 10 Giugno 2019, 11:55 - Ultimo aggiornamento: 11 Giugno, 10:48

Città del Vaticano – I porti europei si aprono per le navi che devono caricare armi e materiale bellico, ma poi si gli stessi porti si chiudono davanti a dei disgraziati in fuga. Papa Francesco guarda all'Europa dalle radici cristiane e dalle enormi contraddizioni. Per esempio il fatto di chiudere i porti a seconda delle convenienze. «Gridano le persone in fuga ammassate sulle navi, in cerca di speranza, non sapendo quali porti potranno accoglierli, nell’Europa che però apre i porti alle imbarcazioni che devono caricare sofisticati e costosi armamenti, capaci di produrre devastazioni che non risparmiano nemmeno i bambini. Siamo qui consapevoli che il grido di Abele sale fino a Dio, come ricordavamo proprio a Bari un anno fa, pregando insieme per i nostri fedeli in Medio Oriente».

Sono parole pesantissime che il Papa pronuncia nel corso di una riunione in Vaticano dedicata alle organizzazioni che aiutano le Chiesa orientali (Roaco). Un discorso che sembra polemizzare indirettamente non solo con il ministro Salvini, ma anche con quei leader europei che di fronte alle emergenze hanno reiteratamente rifiutato di fare attraccare imbarcazioni di migranti disperati.

Sull'argomento è tornato anche successivamente, durante l'incontro con i cappellani cattolici e gli operatori di pastorale dell’Aviazione Civile. Francesco ha ricordato di nuovo migranti e profughi «che raggiungono i maggiori aeroporti con la speranza di poter chiedere asilo o trovare un rifugio, o che sono bloccati in transito. Invito sempre le Chiese locali alla dovuta accoglienza e sollecitudine nei loro confronti, pur se si tratta di una responsabilità diretta delle Autorità civili. Fa parte anche della vostra cura pastorale vigilare che sia sempre tutelata la loro dignità umana e siano salvaguardati i loro diritti, nel rispetto della dignità e delle credenze di ciascuno».

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