Donne al comando, la Ciociaria vola ancora a bassa quota: tutti i numeri

Donne al comando, la Ciociaria vola ancora a bassa quota: tutti i numeri
di Pierfederico Pernarella
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Domenica 9 Giugno 2019, 17:06
Erano cinque sindache prima dell’ultima tornata delle elezioni amministrative e cinque sono rimaste. Su 91 Comuni. La politica in provincia di Frosinone resta roba per maschi, almeno nelle posizioni di potere. Un trend che non migliora se si vanno a vedere gli incarichi di vertice e dirigenziali di aziende, società ed enti pubblici. Qualche eccezione c’è. Ma appunto, si tratta di eccezioni.
Se l’espressione “quote rosa” può suonare riduttiva, il quadro che esce dai numeri dimostra però che c’è ancora molto da lavorare per avvicinarsi alla parità di genere.

LA RISERVA DELLE SINDACHE
A cominciare dalla politica che non dà, come dovrebbe, il buon esempio. Si prendano le ultime elezioni comunali. Le possibilità che potesse esserci un cambio di passo rispetto al passato erano labili. Su 101 candidati a sindaco per 39 Comuni, solo 9 erano donne, di cui due in uno stesso Comune: Sara Simone e Maria Lucia Forte (moglie del sindaco uscente sfiduciato), nel Comune di Arce.
Solo due di loro ce l’hanno fatta: Nadia Bucci a San Vittore del Lazio, che il sindaco uscente, e Rita Colafrancesco (moglie del sindaco uscente Rocco Pantanella), a Rocca D’Arce. Per le altre non ce stanno nulla da fare: Serena Viselli (Ceprano), Letizia Castelli (Ausonia), Elisa Galasso (Sant’Andrea del Garigliano), Antonietta Capocitti (Falvaterra), Lorenza Di Mascio (Vallerotonda).
Le sindache in carica, oltre a quelle elette nell’ultima tornata, sono: Pancrazia Di Benedetto (Campoli Appennino), Ornella Carnevale (Pico), Maria Letizia Elementi (Torre Cajetani).

LA PROVINCIA
La situazione non cambia, anzi, quando è la politica stessa ad autoeleggersi. Basta guardare alla Provincia, saldamente a guida maschile (con o senza suffragio popolare), e una sparuta presenza di donne nel Consiglio: solo 2 - Alessandra Sardellitti e Stefania Furtivo - su 12 componenti. In compenso è in quota rosa (Michela Micheli) il direttore generale di palazzo Iacobucci. Mentre sono 3 le donne su 9 dirigenti. Qualche sorpresa arriva se si vanno a vedere gli incarichi di segretario generale nei 10 comuni più grandi della Provincia: in 4 (Cassino, Sora, Ceccano e Monte San Giovanni Campano) il ruolo è ricoperto da donne.

IL CASO ATER
Cosa succede, invece, nelle aziende pubbliche? Negli incarichi di vertice della Asl di donne nemmeno a parlarne. In netta controtendenza, invece, l’Ater, il cui direttore generale è Nicoletta Paniccia. Non solo. Anche nei quadri dirigenziali la percentuale rosa è più alta rispetto alla media: su 65 dirigenti, 27 sono donne (41%), a partire dalla direzione generale tutta al femminile.

LE SOCIETÀ PUBBLICHE
E nelle società a controllo pubblico? Nella Camera di Commercio c’è la vice presidente (Cristina Scappaticci), mentre nel Consiglio camerale su 24 componenti, solo 5 sono donne. Nel Consorzio industriale Asi di Frosinone tra Cda, dirigenti, revisori e altro personale su 24 unità, solo 3 sono donne, compreso uno dei membri (Miriam Durni) del Cda che, nelle società a controllo pubblico, per un terzo deve essere assegnato al genere meno rappresentato. Sebbene quest’obbligo, tutto maschile, invece, il Cda del Cosilam di Casino, che però ha come direttore generale Annalisa D’Aguanno.

GLI ENTI STATALI
Ci sono poi le diramazioni territoriali degli enti statali dove si registrano solo un paio di eccezioni: Vincenza Ascione alla direzione dell’ufficio dell’Agenzia delle Entrate di Sora, e Michela Corsi, dirigente reggente dell’Ufficio scolastico provinciale, dopo il recente pensionamento di Pierino Malandrucco.

L’UNIVERSITÀ
Infine l’Università di Cassino. Negli organi di governo dell’Ateneo (Rettorato, Senato accademico, Consiglio di amministrazione), su 46 incarichi, 11 sono ricoperti da donne.
Mentre per quanto riguarda docenti e ricercatori su 270, 76 sono donne. Anche se in questo caso le proporzioni cambiano da facoltà a facoltà: è al 50% in quella di Lettere, e di poco meno del 30% in quella di Giurisprudenza e Economia e Scienze Umane e Sociali e della Salute, sono invece molto più basse in quelle di Ingegneria, soprattutto quella Elettrica e dell’Informazione (5 su 46).
Più equilibrata la distruzione nella direzione dei dipartimenti, su 5 su 2 sono a guida femminile: Economia e Giurisprudenza (Enrica Iannucci), e Scienza umane e sociali (Elisabetta De Vito).
 
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