Insomma, è come se un abitante di Catania (poco più di 300mila abitanti) dovesse andare in un altra città per ottenere un certificato. Sul piede di guerra il comitato di quartiere di Torre Spaccata, già protagonista di una richiesta di «secessione» dal Municipio. «Vogliamo staccarci dal VI ed essere annessi al VII” hanno chiesto in una petizione «perché mentre il Municipio di via Cambellotti ci ha abbandonati, il VII continua a fare passi da giganti». A fine maggio erano già state raccolte 1.300 firme per raggiungere l’obiettivo della secessione.
Ora, la notizia della chiusura degli uffici anagrafici per 40 giorni ha scaldato ancora di più gli animi. «L’accesso sarà precluso ai cittadini i quali, per effettuare qualunque operazione dovrà recarsi in un altro Municipio – denuncia il comitato di quartiere - Circa 280 mila residenti in balia di un incredibile decisione. Non si comprende perché, non si sia individuata una alternativa prima di avviare i lavori, già assegnati». I residenti ricordano che l’amministrazione aveva ipotizzato di destinare l’area dell’ex mercato coperto di Torre Spaccata ad un ufficio distaccato dei servizi municipali. Poi non se ne fece più nulla. Ma c’è anche un altro timore. «Un anno fa venne chiusa la sede distaccata di San Vittorino sempre per lavori di ristrutturazione ed è ancora chiusa».
Le distanze in una città afflitta dal fenomeno “Flambus” (bus Atac a fuoco) e con la metro a singhiozzo, le distanze contano. Linea d’aria sono quasi 8 i chilometri da fare per raggiungere gli uffici anagrafici del Municipio IV (via Tiburtina 1163), 7 per quelli del V (via di Torre Annunziata, 1) 8 per quelli del VII ( via Tommaso Fortifiocca). C’è poi il problema liste d’attesa. Tutti i Municipi sono ancora investiti dalle richieste di rinnovo di carte di identità rimaste bloccate nei mesi precedenti e molti appuntamenti erano stati presi ad agosto.
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