Cybersecurity, come difendere la democrazia dai pericoli web

Cybersecurity, come difendere la democrazia dai pericoli web
di Roberta Amoruso
3 Minuti di Lettura
Sabato 8 Giugno 2019, 08:06 - Ultimo aggiornamento: 9 Giugno, 11:54

La sfida è rendere il mondo della rete più consapevole e più sicuro. Ma anche limitare gli agguati che minacciano la democrazia. E per affrontarli con armi adeguate è sempre più cruciale «stringere il legame tra impresa e ricerca». Ne è convinta Paola Severino. che da vicepresidente della Luiss ha aperto ieri a Villa Blanc il confronto su ”Cybersecurity e social media: i riflessi sulle istituzioni politiche e private”. Una partita «complessa» quella che si giocherà nei prossimi anni, per limitare i rischi ma anche per sfruttare le opportunità di quella «foresta buia di vita dal finto silenzio» come l’ha definita il direttore generale della Luiss, Giovanni Lo Storto. E a dimostrare quanto può funzionare e fare la sua parte l’asse tra privato e ricerca, sono del resto i numerosi progetti di ricerca finanziati dall’Associazione Amici della Luiss e illustrati proprio ieri nella giornata dedicata al tema. E, dunque, non possono non far riflettere i risultati di una indagine presentata dal professore emerito Leonardo Morlino, che dimostra in quale modo pernicioso i social media impattano non solo sulle opinioni, ma persino sulle strutture democratiche. Conferma ne sia l’analisi tra occupazione del dibattito politico e risultato delle elezioni europeeche ha evidentemente premiato la Lega di Matteo Salvini (cinque volte più presente di Luigi Di Maio sui sociale network, e il doppio sui media tradizionali nel periodo pre-elettorale). Dove i social comportano sì un certo coinvolgimento, pur mantenendo un ruolo centrale i media tradizionali.


IL PROGETTO
Gli Amici della Luiss si interrogano da tempo «sui rischi per i nostri sistemi democratici», ha spiegato il presidente dell’Associazione Francesco Gaetano Caltagirone introducendo il tema del confronto e prima di premiare insieme alla Severino i dottorandi a seguito delle borse di studio assegnate l’anno scorso per 13 progetti di ricerca. Per questo «abbiamo deciso, nel 2017, di sostenere finanziandolo il progetto “Nudging e Oltre. Come è possibile influenzare le scelte politiche e sociali degli individui?” condotto dal professor Morlino che studia le tecniche di condizionamento delle masse attraverso i social network e le nuove tecnologie». Al centro della ricerca il timore che le nuove tecnologie e i social media favoriscano la manipolazione delle masse. E lo facciano attraverso la produzione di stimoli inconsci. Ha sottolineato Caltagirone: «Il vero pericolo è che le scelte degli individui possano venire influenzate da pochi per fini personali». È un pericolo che viene da lontano. Perché «la voglia di manipolare e quindi controllare il pensiero della gente è un’ambizione antica dell’uomo».

CONSAPEVOLEZZA DEI RISCHI
La conoscenza è il miglior argine possibile anche per i cyberattacchi, fenomeni «subdoli e difficili da individuare» per il direttore generale del Dis (Dipartimento informazioni e sicurezza), Gennaro Vecchione. Manca ancora nelle aziende italiane la consapevolezza dei rischi degli attacchi cibernetici, che possono minacciare, oltre agli asset aziendali, la sicurezza nazionale. «Attenzione - ha messo in guardia Vecchione - a chi fa entrare esterni nelle proprie aziende: società di consulenza composte magari da soggetti di Paesi esteri, che ti entrano dentro direttamente dalla porta principale». Quest’estate, ha annunciato, «avvieremo una campagna di sensibilizzazione nei confronti degli imprenditori sul tema della sicurezza nazionale. In altri Paesi le aziende non si permettono di firmare contratti di consulenza senza l’assistenza dell’intelligence». Ma ci vogliono anche più regole per Enzo Benigni, presidente di Elettronica. A chiudere l’incontro la consegna dei diplomi agli studenti della prima edizione del Master Interschool in Cybersecurity.

© RIPRODUZIONE RISERVATA