Mini-bot, Draghi: «O sono una moneta illegale oppure fanno aumentare il debito pubblico»

Mini-bot, Draghi: «O sono una moneta illegale oppure fanno aumentare il debito pubblico»
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Venerdì 7 Giugno 2019, 15:06 - Ultimo aggiornamento: 15:09

O sono una valuta parallela, e quindi illegale. Oppure aumentano il debito. Non c'è altra possibilità. I mini-Bot, i titoli di piccolo taglio sognati da molti leghisti, considerati dagli economisti il primo passo per l'uscita dell'Italia dall'euro, arrivano all'attenzione del presidente della Bce, Mario Draghi. Che come aveva già fatto il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, smonta l'idea accarezzata soprattutto da Claudio Borghi, presidente della commissione Bilancio della Camera e uno dei consiglieri più vicini al vice premier, Matteo Salvini. 

«I mini-Bot sono sempre debito, non è certo una soluzione al problema del nostro debito pubblico», aveva detto nei giorni scorsi il numero uno di via Nazionale a proposito dell'ipotesi di emettere minibond per rimborsare i debiti della pubblica amministrazione verso le imprese. Una idea approvata all'unanimità in una mozione alla Camera nei giorni scorsi con il sì (poi rinnegato) anche di tutto il Pd. Ieri è stato il turno di Draghi. «I mini-Bot o sono valuta, e quindi sono illegali, oppure sono debito, e dunque lo stock del debito sale», ha sottolineato il presidente della Banca centrale europea. «Credo di aver già risposto in passato a questa domanda, quando era stata sollevata la possibilità dei mini-Bot», ha proseguito Draghi. «La lettura che le persone e i mercati danno di questi mini-Bot non sembra essere molto positiva», ha aggiunto il numero uno dell'Eurotower.

Nei giorni scorsi fra gli investitori i timori di quella che viene chiamata Italexit sono riaffiorati proprio dopo il via libera alla mozione parlamentare sui mini-Bot. Tanto che anche il ministero dell'Economia era dovuto intervenire per smentire seccamente l'ipotesi. Di questi titoli di piccolo taglio si parla da anni, li ha immaginati anche l'ex premier Silvio Berlusconi nel 2017. Borghi ha definito i mini-Bot «un espediente per uscire in modo ordinato e tutelato, una specie di ruota di scorta». La proposta poi ha fatto capolino anche nel contratto di governo Lega-5 stelle. Ed è stata messa nero su bianco nella mozione per le compensazioni nei pagamenti della Pa targata Forza Italia, in cui Lega e 5 Stelle avrebbero inserito in corso di votazione il via libera ai titoli che piacciono alla Lega. Prima dell'approvazione unanime con anche il voto del Pd. Che dopo la pioggia di critiche ha annunciato un ordine del giorno urgente al decreto crescita per «escludere decisamente l'impiego di strumenti come i cosiddetti mini-Bot». 

Un passo falso difficile da giustificare quello dei dem che aveva fatto gongolare i più antieuro dei leghisti. Ma spaventare invece mercati ed analisti di tutto il mondo. E i timori non si placano. L'ipotesi mini-Bot «desta preoccupazioni», scrive Moody's Investors Service, sottolineando che «sebbene sia molto improbabile l'emissione di titoli di questo tipo», il fatto che la proposta sia ricomparsa è un fattore negativo sulla valutazione del rating dell'Italia. Secondo l'agenzia di rating americana, «come già detto in precedenza, l'emissione di mini-Bot sarebbe considerata come un primo passo verso la creazione di una valuta parallela e una mossa preparatoria all'uscita dell'Italia dall'Eurozona». È una situazione «molto pericolosa», ha sottolineato nei giorni scorsi l'economista Lorenzo Codogno. «Abbiamo mille parlamentari - ha proseguito l'ex capo economista del Tesoro - che hanno messo in fibrillazione il mondo intero». Perché «il segnale è quello dell'inizio di una valuta parallela». Con un unico scopo, peraltro nemmeno troppo coperto: l'addio all'euro.
J.O.

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