Giacomo Oldrati, il guru del corallo che torturava le donne scriveva su Fb: «Siete mie schiave, pentitevi»

Chi è Giacomo Oldrati, il «guru del corallo». Su Fb scriveva: «Siete mie schiave, pentitevi»
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Mercoledì 5 Giugno 2019, 19:27 - Ultimo aggiornamento: 6 Giugno, 13:38

Una ragazza di 26 anni è precipitata dal secondo piano per sfuggire al fidanzato aguzzino che la teneva segregata da giorni: lui è stato arrestato, e il suo nome non è nuovo alle cronache. Si chiama Giacomo Oldratiha 40 anni e le cronache si erano già occupate di lui nel 2012, quando era stato arrestato per una serie di violenze avvenute a Bologna nei confronti di 4 ragazze, tra cui la fidanzata dell'epoca. Sul profilo Facebook di Oldrati, scrive Il Resto del Carlino, profilo ora chiuso, c’erano messaggi deliranti nei confronti delle donne: «Sono un dio alla ricerca di angeli», scriveva. E ancora: “Siete mie schiave, dovete pentirvi”, “Ucciderò una di voi con un coltello e poi al termine dell’agonia la farò resuscitare”. Frasi choc da parte di Oldrati, che si considerava ‘un guru’: ed era stato soprannominato proprio «il guru del corallo».

Per sfuggire al fidanzato aguzzino si getta da una finestra: l'uomo è l'aggressore seriale "guru del corallo"

 



Il soprannome ha origine dal fatto che aveva drogato le vittime con cocktail allucinogeni a base di corallo polverizzato preso dal proprio acquario tropicale. Altre sue passioni erano le katana (tipiche spade giapponesi), i tatuaggi (ha due grosse ali disegnate sulla schiena) e le filosofie orientali. Aveva sottomesso completamente le ragazze, minacciava di ucciderle ma era convinto di poterle resuscitare. Alla fidanzata aveva reciso con un coltello un neo sul collo che a suo dire conteneva «tutto il male presente nella sua famiglia».



Tre perizie hanno dichiarato Oldrati affetto da una sindrome bipolare e da alterazione psicologica, di conseguenza nel gennaio 2018 il tribunale di Bologna lo ha assolto perché totalmente incapace di intendere e volere. Il collegio presieduto dal giudice Roberto Mazza lo ha affidato a un centro psico sociale di Milano ed è stato disposto un anno di libertà vigilata «previo riesame del profilo della pericolosità sociale» con l'obbligo di attenersi a tutte «le prescrizioni di natura terapeutica contenute nel programma di riabilitazione». Indicazioni seguite alla lettera per anni, come ha confermato la sua attuale fidanzata, che lo ha conosciuto nel 2015.  La giovane ha spiegato che la prima aggressione è avvenuta a marzo, poi a maggio l'ha colpita con una testata al volto. Episodi che lei non ha denunciato per timore di aggravare la sua posizione legale. 

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