Caso Palamara, da Lotito i biglietti gratis per le toghe. La lista dei favori:

Caso Palamara, la lista dei favori: da Lotito i biglietti per le toghe
di Valentina Errante
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Mercoledì 5 Giugno 2019, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 6 Giugno, 00:03

Incontri segreti. In hotel, durante le cene a casa e anche per strada. L’informativa del Gico della Guardia di Finanza, che ha inguaiato l’ex segretario dell’Anm e pm di Roma e travolto il Csm, racconta solo 7 giorni di trattative per le nomine dei vertici degli uffici giudiziari. A cominciare da quello di Roma. Dal 9 al 16 maggio. Ed è in un arco di tempo così ridotto che i militari intercettano gli incontri tra Palamara e i parlamentari Luca Lotti e Cosimo Ferri, ai quali partecipano anche Luigi Spina, consigliere dimissionario di Palazzo dei Marescialli, Corrado Cartoni e Luigi Lepre, che si sono autosospesi dal Csm.

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I BIGLIETTI
Palamara trascina nelle sue trattative anche il presidente della Lazio, Claudio Lotito. È un suo amico, promette e dà biglietti per le partite. E i militari intercettano anche le conversazioni sulla Tribuna d’onore assicurata a Spina lo scorso 15 maggio, in occasione della finale di Coppa Italia Lazio-Atalanta all’Olimpico. Ieri, Spina, interrogato dai pm, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ma la rete prevedeva di coinvolgere chiunque potesse essere utile all’obiettivo di indirizzare le nomine dei procuratori di Roma, Perugia e Brescia. Così i finanzieri si spiegano gli stretti contatti tra Palamara e il sostituto della Direzione nazionale Antimafia Cesare Sirignano, intercettato mentre discute di un candidato a Perugia che potesse aprire un fascicolo a carico dell’aggiunto di Roma Paolo Ielo. La compagna di Sirignano, Ilaria Sasso Dal Verme, ex vicesegretario dell’Anm, alla commissione incarichi direttivi del Consiglio si occupa di formulare le proposte al plenum con i curricula dei candidati.
Intanto le indagini vanno avanti. La Finanza lavora almeno su un altro episodio di corruzione a carico di Palamara: la ristrutturazione di casa finanziata dall’imprenditore Fabrizio Centofanti, lo stesso che, dal 2011 al 2017, avrebbe pagato viaggi a lui e alla sua famiglia.

 



L’attivismo registrato nella seconda settimana di maggio, l’unica in cui il trojan nel telefono di Palamara viene acceso su ordine della procura di Perugia, racconta di frequenti appuntamenti anche in luoghi insoliti. È soprattutto Luca Lotti, deputato del Pd e imputato nel processo Consip su richiesta del procuratore Giuseppe Pignatone e dell’aggiunto Paolo Ielo, a insistere sulla necessità di un nuovo capo dell’ufficio giudiziario più grande d’Italia all’insegna della discontinuità con Pignatone. Ma la linea è comune. Condivisa da tutti i partecipanti, nelle riunioni durante le quali si discute la strategia per ottenere in commissione e poi al plenum l’obiettivo: Marcello Viola capo dell’ufficio della Capitale. I militari individuano la partecipazione di Cartoni, Spina e Lepre. E indicano due consiglieri non identificati. Per questo ieri il vicepresidente David Ermini ha chiamato a raccolta membri togati del Csm, pretendendo chiarezza. 

I CURRICULA
Fondamentale per la gestione dei voti e delle nomine, sarebbe stato il ruolo di Ilaria Sasso dal Verme, magistrato fuori ruolo e segretaria della commissione incarichi direttivi. L’opera di persuasione al voto, soprattutto dei componenti laici del consiglio, passava anche dalla predisposizione dei curricula. Per questo Palamara si sarebbe avvicinato Sirignano, compagno della donna, coinvolgendolo nel risiko delle nomine.

LA RISTRUTTURAZIONE
La procura di Perugia indaga sui lavori eseguiti nell’appartamento nel quale abita Palamara. L’immobile, dell’ordine dei notai, è stato recentemente ristrutturato. Il sospetto è che a pagare gli interventi sia stato Centofanti, l’imprenditore, imputato di corruzione in atti giudiziari per un’altra vicenda, che avrebbe messo in contatto l’ex consigliere del Csm con gli avvocati siciliani Piero Amara e Giuseppe Calafiore, che, sempre per corruzione in atti giudiziari, hanno già patteggiato una pena. Ma è solo un’ipotesi.

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