Caso Palamara, via altri due togati: Cartoni e Lepre lasciano il Csm

Caso Palamara, via altri due togati: Cartoni e Lepre lasciano il Csm
di Valentina Errante
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Martedì 4 Giugno 2019, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 11:46

L'epilogo era inevitabile dopo una giornata di scontri. Magistratura Indipendente ha provato a fare quadrato attorno a Luigi Lepre e Corrado Cartoni, i due consiglieri intercettati, insieme a Luca Palamara e ai parlamentari Cosimo Ferri e Luca Lotti, mentre discutevano della nomina del procuratore di Roma. Ha parlato di ipocrisia sul mercato delle toghe, esattamente come la Camera penale. Ma la linea non ha retto. Alla fine i due magistrati hanno accettato di autosospendersi. Una mediazione.

Nell'informativa i veleni tra i pm di Roma. E Palamara diceva: «Ecco chi sta con noi»

IL VERTICE
Dopo avere letto l'informativa della procura di Perugia (atti inviati anche al Ministero e al procuratore generale della Cassazione, in vista di un'eventuale azione disciplinare) trasmessa dai magistrati che accusano Palamara di corruzione e il consigliere Luigi Spina (oramai dimissionario) di rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento, identiche ipotesi per il pm di Roma Stefano Fava, il vicepresidente David Ermini era salito al Colle. L'incontro con Sergio Mattarella è stato breve. Nessuna alternativa rispetto a una crisi che non ha precedenti: si spera in un gesto di responsabilità, Cartoni e Lepre si dimettano. Altrimenti oggi sarebbe stato il plenum, convocato ad hoc, a votare la loro estromissione dal Consiglio. La lunga riunione tra componenti laici e togati del Csm va avanti per tutto il pomeriggio, fino a tarda sera. Ermini fa in tempo ad andare al Quirinale e tornare indietro. Lo scontro, tra chi sostiene che le intercettazioni svelino una prassi e che lo scandalo sia solo una forma di ipocrisia, e chi, invece, punta il dito contro i consiglieri scoperti a confrontarsi con i parlamentari e invoca le dimissioni, è durissimo. Alla fine si raggiunge un accordo: l'autosospensione in attesa che gli atti siano pubblici.
L'ultimo confronto doveva essere il consiglio di presidenza del quale fanno parte il primo presidente della Cassazione, Giovanni Mammone, e il procuratore generale Riccardo Fuzio. Oltre a Ermini. Poi la parola al Plenum. Ma è una nota di Lepre e Cartoni, in tarda serata a chiarire che la trattativa è finita: «Pur consapevoli e certi della correttezza del nostro operato, per senso istituzionale e per evitare attacchi strumentali al Csm comunichiamo l'autosospensione dalle funzioni consiliari in attesa che sia fatta chiarezza sulla vicenda».

LA CONTA
Se nella notte non si fosse trovato un accordo sulle dimissioni di Cartoni e Lepre si sarebbe tornati alla conta. Con il rischio di un'altra rottura che delegittimasse ancora di più il Csm. La posizione dei componenti laici avrebbe assunto un peso fondamentale. Sono state ancora le correnti a dividersi, come dimostra la frattura interna all'Associazione nazionale magistrati. Con il vicepresidente Luca Poniz (Area) che ha preso le distanze dall'intervista del segretario Pasquale Grasso. Domani, in una riunione straordinaria sulla vicenda Palamara la questione sarà di nuovo oggetto di scontro. Grasso aveva invitato a un «esame di coscienza», bollando come «fisiologici» i contatti con la politica. La replica di Poniz è arrivata a stretto giro: «L'intervista di Grasso vede molti di noi su posizioni radicalmente diverse perché esclude che vi sia uno scandalo nei fatti accaduti». E ha parlato di relazioni che al contrario «fanno scandalo». Ancora più dura l'Anm milanese: le dimissioni dei consiglieri del Csm «che sono o dovessero risultare coinvolti» nell'indagine di Perugia erano state chieste «con forza» al termine di una riunione. In una nota, l'Anm milanese ha parlato di vicende di «inaudita gravità» che hanno fatto «emergere l'esistenza di una questione morale nella magistratura».

IL RINVIO
Il Plenum del Csm dovrà anche prendere atto delle dimissioni del consigliere Luigi Spina, capogruppo di Unicost, dimessosi venerdì da Palazzo dei Marescialli. Spina dovrà tornare a fare il pm a Castrovillari: ieri la Commissione ha fatto la proposta che verrà formalizzata oggi, la sostituzione nelle commissioni è avvenuta venerdì stesso. Di certo il plenum deciderà di rinviare le nomine da Roma a Torino. Se ne riparlerà in settembre. E allora è probabile che tra i candidati dei due schieramenti avversi prevalga l'ipotesi di Giuseppe Creazzo a capo dei pm di Roma.
 

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