Gabrielli: «Prima possibile una donna a capo della polizia»

La vicepresidente della Camera Mara Carfagna con il capo della polizia Franco Gabrielli
di Maria Lombardi
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Lunedì 3 Giugno 2019, 15:10 - Ultimo aggiornamento: 4 Giugno, 10:46
Emanuela Loi aveva solo 24 anni quando fu assegnata alla scorta di Borsellino. Saltò in aria insieme al giudice e ai quattro colleghi il 19 luglio del 1992, a Palermo.  «La prima agente donna della polizia a restare uccisa in servizio. Dedico questa giornata a lei». Il vicepresidente della Camera Mara Carfagna apre così il convegno su  "Parità e sicurezza" in occassione del 60mo anniversario dell'ingresso delle donne in polizia. «Fu un momento glorioso e decisivo per la parità tra uomini e donne, il primo grande segnale di modernizzazione in questo paese. Quando hanno indossato per la prima volta la divisa, ancora le donne non potevano fare i magistati». Accanto alla Carfagna, nella sala della Regina a Montecitorio, ci sono il capo della polizia  Franco Gabrielli, il direttore del servizio polizia postale, Nunzia Ciardi, e il direttore centrale per gli istituti di istruzione del dipartimento di pubblica sicurezza, Luisa Pellizzari.  «Dobbiamo rispettare il sacrificio e le divise di tutte le nostre forze dell'ordine e dei militari che rischiano la vita per proteggere gli italiani e l'Italia».
LA VIOLENZA
«Il nostro è il corpo armato con più donne: più di 16.000, di cui il 35% lavora in ambito dirigenziale. Nel 1961 una donna, per la prima volta, varcò i nostri uffici, ma fino al 1981 ebbe un ruolo circoscritto a temi di moralità pubblica. L'anno scorso abbiamo infine rotto l'ultimo tabù: molte donne sono finalmente entrate nei reparti mobile», il capo della polizia Gabrielli dice che c'è ancora tanta strada da fare. A quando il primo capo della polizia donna? «Spero al più presto, ma non ne farei una questione di quote rosa o di genere». Gabrielli affronta poi la questione delle vittime di violenza. «Quando si lascia cadere una richiesta di aiuto si compiono due delitti: verso quella donna e verso tutte le altre che potrebbero rivolgersi a noi ma sono fermate dall'esempio negativo di chi non ha ricevuto attenzione o non è stato creduto. C'è una straordinaria difficoltà da parte di chi subisce violenza ad avvicinarsi alla denuncia: per vergogna, paura di perdere i figli. Non a caso da anni abbiamo intrapreso una campagna di sensibilizzazione e abbiamo investito sulla formazione degli operatori che devono trattare questi casi». 
REATI ONLINE
«Le donne sul web rischiano più degli uomini». Vittime del "revenge porn", foto rubate in camera da letto e poi diffuse sui social, travolte da insulti e odio, perseguitate e controllate. «E il controllo e lo stalking digitale non danno tregua», il direttore della polizia postale, Nunzia Ciardi, lancia l'allarme sui reati commessi in rete a danno delle donne. «Ormai trascorrono più tempo online degli uomini. I genitori devono stare vicino alle ragazze e ai ragazzi, aiutarli. Non si possono tirarsi indietro con la scusa che i loro figli sono più bravi con la tecnologia. Semmai si informino e diventino tecnicamente più capaci».
 
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