L'Onu, «più donne ai vertici producono maggiori ricavi in azienda e aumenta il Pil nazionale»

L'Onu, «più donne ai vertici producono maggiori ricavi in azienda e aumenta il Pil nazionale»
di Franca Giansoldati
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Domenica 2 Giugno 2019, 09:22
Anche l'Onu lo ha certificato. La presenza delle donne nelle organizzazioni, nelle aziende, soprattutto a livello dirigenziale, migliora la produttività e fa crescere il PIL nazionale. Il nuovo rapporto sull’uguaglianza fra uomini e donne elaborato dall’Organizzazione internazionale del lavoro, OIL, ha analizzato la situazione in 13 mila imprese in ben 70 paesi. Più dei tre quarti delle aziende attente alla sperequazione nei posti di responsabilità ha registrato un aumento dei  profitti dal 5 al 20 per cento. 

Il rapporto attesta che si cominciano a registrare effetti benefici sulla produttività quando le donne occupano almeno il 30 per cento dei posti dirigenziali o di quadro superiore. Purtroppo, quasi il 60 per cento delle aziende non raggiunge questo obiettivo.

In più del 78 per cento delle aziende prese in esame, sono gli  uomini che svolgono il ruolo di Chief Executive Officer (Ceo), e se  troviamo donne Ceo è  di solito in piccole imprese.  Di contro, più del 54 per cento degli intervistati ha riferito di aver visto con l’ingresso delle donne in azienda progressi in termini di creatività, innovazione e apertura,  oltre al  fatto che l’enfasi sulla parità  ha rafforzato l’immagine del marchio della propria azienda.

Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro serve migliorare le politiche che favoriscano l’inclusione e l’equilibrio  tra lavoro e  vita familiare (sia per gli uomini che per le donne), ad esempio introducendo orari di lavoro flessibili e congedi di paternità. Un altro fattore che impedisce l’accesso delle donne alle posizioni di leadership è il fenomeno del cosiddetto  tubo trafitto, cioè la tendenza a vedere la proporzione di donne  diminuire man mano che si cresce nella gerarchia. Il soffitto di vetro si riferisce, invece, alle barriere affrontate dalle donne in posizioni manageriali in ambiti quali le risorse umane, la finanza e l’amministrazione.

 
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