Spalletti avvisa l'Inter: «L'Empoli è un avversario scomodo»

Luciano Spalletti
di Salvatore Riggio
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Sabato 25 Maggio 2019, 15:46 - Ultimo aggiornamento: 15:47
Per il secondo anno di fila l’Inter si gioca la Champions all’ultima giornata. Se l’anno scorso l’avversario era la Lazio, domani sera sarà l’Empoli: «Un avversario scomodo», dice Luciano Spalletti.
 
Inter. «Voglio vedere una squadra che sa di avere la possibilità di riportare un’altra volta l’Inter in Champions».

Difesa Empoli. «Hanno subito 68 gol? Però, l’Empoli è forse il cliente più scomodo da andare ad affrontare in Serie A, ma sarà un problema anche per loro perché noi sappiamo cosa ci giochiamo».
 
Dentro o fuori. «So che ci sono delle tensioni e ci si trova davanti a partite che si possono sbagliare, ma ce ne sono molte altre che abbiamo fatto bene. Ci sentiamo molto bene perché abbiamo la prospettiva di tornare in Champions».
 
Icardi o Lautaro Martinez. «Sarà la partita di tutti e due. Da un punto di vista di potenzialità hanno le stesse per poter mettere il timbro sullo scorrimento della partita».
 
Finale. «Potremo analizzare tutto dopo la fine della partita».
 
Stagione. «Allenando una squadra come l’Inter si trovano momenti nei quali le possibilità di valutazione sono contrapposte, ma è una perdita di tempo andare indietro a rivalutare. Si gioca la partita e poi si sa dove si gioca il prossimo anno, quando hai fatto il tuo dovere sempre non puoi dire altro. Tutte le volte ci metti il massimo, giorno dopo giorno, poi accetti il risultato e noi abbiamo fatto così».
 
Emozioni. «A me danno emozione tutte le partite, quelle che non servono a niente e ancor di più quelle che probabilmente servono a molto come questa. Noi dobbiamo credere in noi stessi e avere la forza mentale di dover fare un risultato importante perché poi i risultati te li porti dietro. Te li scrivono addosso per quel che riguarda la tua carriera, sia io che i calciatori ci portiamo quel che il risultato ci tatua addosso».
 
Bilancio. «Chi merita di restare all’Inter? In molti e domani sera ci siamo tutti».
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