Bollette a 28 giorni, conto alla rovescia per i rimborsi dopo il verdetto del Cosiglio di Stato

Bollette a 28 giorni, conto alla rovescia per i rimborsi dopo il verdetto del Cosiglio di Stato
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Martedì 21 Maggio 2019, 20:36 - Ultimo aggiornamento: 20:57
La strada è stata lunga e costellata di ricorsi di ogni tipo, ma alla fine i consumatori sembrano vicini alla vittoria nei confronti degli operatori telefonici sulla vicenda dei rimborsi per le bollette a 28 giorni. Il Consiglio di Stato ha respinto la sospensiva richiesta da Vodafone, Wind Tre e Fastweb e ha suggerito alle società di predisporre un «piano di storno scaglionato» in attesa dell'udienza di merito fissata per il prossimo 4 luglio.

La lunga storia delle bollette a 28 giorni scoppiò nell'autunno del 2017, quando emerse che le compagnie
telefoniche inviavano le fatture ogni quattro settimane invece che su base mensile, con il risultato che i clienti ricevevano 13 bollette all'anno. Su quello che in molti definirono un 'truccò si sono susseguiti diversi provvedimenti (e multe) da parte dell'Agcom, dell'Antitrust e alla fine è arrivata anche una legge del Parlamento, che ha vietato la pratica imponendo alle società di tornare alla tradizionale fattura mensile. 

Il tema dei rimborsi per quanto incassato in più dalle compagnie fra giugno 2017 e i primi di aprile 2018 è quindi
corso parallelo a tutta la vicenda ed era stato normato da una specifica delibera dell'Autorità per le tlc: i rimborsi, da
restituire in bolletta sotto forma di 'giorni erosì o di altre compensazioni alternative autorizzate dalla stessa Agcom,
dovevano arrivare entro il 31 dicembre 2018, termine poi spostato al 31 marzo 2019 e infine a fine maggio. Tra un ricorso e l'altro alla fine si è arrivati all'ordinanza di Palazzo Spada che ritiene significativo «il lungo tempo trascorso dall'accertato inadempimento dei gestori» respingendo l'ennesima richiesta di sospensiva: in questo modo i giudici amministrativi danno piena validità al provvedimento dell'Autorità che impone agli operatori di procedere con i rimborsi. È vero che la parola fine non può ancora essere scritta, dal momento che l'udienza di merito (che riguarderà anche Tim) è fissata per il 4 luglio, ma è lo stesso Consiglio di Stato a indicare la necessità di provvedere almeno «ad un piano di storno scaglionato e coerente col riallineamento alla cadenza mensile della fatturazione, con progressiva estensione a tutta la clientela, se del caso facendo salvi gli eventuali conguagli».

L'Unione nazionale consumatori, che si sente vicina alla meta, esulta: «Finalmente si stringe il cerchio e i rimborsi
sono alle porte», commenta l'Udc. Il Codacons invece è più scettico e teme che non sia affatto così: per questo invita «le aziende telefoniche ad arrendersi e ad abbandonare la strada dei ricorsi e controricorsi, riconoscendo gli indennizzi agli utenti così come stabilito dall'Agcom».

 
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