Il Parma vince ed è salvo, la Fiorentina è nel baratro

Il Parma vince ed è salvo, la Fiorentina è nel baratro
di Vanni Zagnoli
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Domenica 19 Maggio 2019, 14:02 - Ultimo aggiornamento: 17:00
“Qui stadio Tardini, a voi Castellani”, dicono in radio, Rai1, a Tutto il calcio. Il pomeriggio ducale scorre sugli smartphone, con video o radio, in tribuna stampa i monitor sono tutti per offrire i replay di Parma-Fiorentina. Vincerà la squadra del presidente Pietro Pizzarotti, famiglia di grandi costruttori edili, omonimo del sindaco. Perde la Fiorentina, alla crisi più nera della storia e non è ancora salva. A Empoli invece il Torino prende gol da Acquah, accade regolarmente che le motivazioni per la sopravvivenza siano prevalenti su Europa o Champions, finirà 3-1.

Con Pioli, candidato alla panchina crociata, i viola si erano battuti a lungo per il settimo posto, serviva il sesto, anche al Toro, per tornare in coppa, data la coccarda tricolore appunto al petto della Lazio. D’Aversa era già virtualmente salvo a dicembre, con 25 punti, il ritorno è stato un calvario, con un confronto asperrimo con la tifoseria dopo la sconfitta allo scadere a Frosinone e anche dopo il 4-1 buscato nel derby di Bologna. L’1-1 strappato dal Cagliari, o meglio dal Genoa, tranquillizza tutte, salvo waterloo collettive il ballottaggio per la serie B sarà fra toscani e liguri.

Fiorentina insidiosa con Chiesa, fuori, Parma con Gervinho, palo esterno. Lo spettacolo è in curva, le tifoserie non si amano, partono cori degli ultras viola, tutti a torso nudo, incuranti della temperatura marzolina. Esce Mirallas, acciaccato, per Dabo. La Fiorentina fa girare palla, con un punto è tranquilla, il Parma farebbe meglio a vincere, dal momento che chiuderà all’Olimpico con la Roma. Il gioco di attesa è reciproco, è la disciplina preferita per D’Aversa, ispirato da Allegri. Un rinvio dell’azzurrino Bastoni è largo, sintetizza che i ducali non sono tranquilli, pur essendo stati in zona salvezza per l’intera stagione. Roberto D’Aversa era appetito da grandi club, il finale lo trattiene qui, assieme al ds Daniele Faggiano, a preparare la 4^ annata in Emilia, con i 7 di Nuovo inizio, aspettando il verdetto dei ricorsi del presidente cinese, escluso.

Ogni volta che Federico Chiesa tocca palla il pensiero va a papà Enrico, fra i più amati di questo stadio, con o senza Crespo. Si aggiudicarono tre trofei in 100 giorni, con Malesani, compresa l’ultima Uefa per l’Italia, 20 anni fa. Andrebbero celebrati. Molto più di questo Parma, dignitoso, più efficace fuori che in uno stadio con larghi vuoti, ma alla fine festeggiante.

La Viola in rosso è controsenso, ha una buona squadra, Montella dal subentro a Pioli manca il secondo punto. Le interruzioni sono rituali. Il Parma è l’emiliana con più trofei, negli ultimi 40 anni, perde il primato regionale, andato al Sassuolo, sulla Spal, adesso la lotta è con il Bologna, ex gialloblù. Biraghi è solo, in fascia, dall’altra parte Benassi ruba palla all’impacciato Bastoni e crossa, non è il campionato di Simeone, calcia fuori. Le espressioni di D’Aversa sono tese, a centrocampo prevale la Fiorentina, Simeone spedisce alto. Gli scontri si inaspriscono, servirebbero molti più dei 2’ di recupero. 

Ripresa, destro di Chiesa, palo. Il pari del Torino tranquillizza la curva nord Matteo Bagnaresi, anzi la galvanizza, sul fronte opposto i 400 calorosissimi toscani si rimettono la maglia. E’ partita vera, anche in tribuna, l’ultima stagionale al Tardini, dove magari verrà magari il Brescia, per qualche partita, se non a Modena, dove ci sarà ancora probabilmente la serie D. La Fiorentina manovra, Ceccherini e Milenkovic vigilano, Dabo spicca per la fisicità, Montella ha le mani in tasca, si sbraccia l’ex Tarozzi, vice di D’Aversa. Vitor Hugo incorna su angolo, ribatte Milenkovic, in traiettoria. Testa di Kukca, Benassi salva in acrobazia. Chiesa, Sepe. Milenkovic si libera di Kucka, diagonale, palo esterno. 

Al terzo gol, l’Empoli è certo del più uno sul Genoa, il Parma resterebbe un punto sopra ai toscani e a +2 sulla terzultima. Sabato o domenica Fiorentina-Genoa e Inter-Empoli. Per retrocedere, il Parma avrebbe dovuto perdere, il Genoa vincere fuori casa e l’Empoli ottenere almeno un punto a San Siro. Improbabile, dal momento che i viola e l’Inter non possono regalarla.

Un tocco in area di Ceccarini su Sprocati lascia qualche dubbio, lo 0-0 è scritto, invece arriva la salvezza matematica, a 9’ dalla fine.
Punizione da sinistra di Matteo Scozzarella, primattore in B nel Portogruarosummaga e nel Trapani, Iacoponi di testa, autogol di schiena di Gerson. Lì la linea alta dei crociati non mollerà mai, nel Tardini festante. I contrasti sono vigorosi, Chiesa sbilanca. Montella resta con un punto in 7 gare. Signori Della Valle, non siete pentiti di avere indotto alle dimissioni Pioli?



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