Lo ha detto in un'intervista a tutto campo rilasciata a un quotidiano dove ha affrontato le "diverse situazioni" in cui, in un modo o nell'altro, è impegnata la sua azienda, sottolineando la collaborazione con "l'amico" fotografo Oliviero Toscani che lo ha convinto, nonostante l'età, a prestare il suo volto per la pubblicità dell'azienda tessile e che Toscani ha chiamato lo stilista Jean-Charles de Castelbajac come nuovo direttore artistico.
"Abbiamo smesso di chiudere negozi - ha affermato Luciano Benetton soddisfatto - e cominciamo ad aprire i nuovi. Ne prevedo cento in un anno". Ed è imminente un cambio al vertice, l'arrivo di un nuovo Amministratore delegato della holding: "A sostituire Marco Patuano - ha anticipato - non sarà un Benetton. Posso dire solo che sarà un interno".
"Siamo forti noi Benetton - ha sottolineato con visibile orgoglio l'84 enne Luciano spiegando il proprio pensiero - e sappiamo distinguere, sappiamo aspettare. Alitalia sta a cuore a tutti gli italiani e credo che non rimanga molto tempo. La cosa più importante è il marchio italiano, la bandiera. C'e' l'esempio della Swissair che è fallita, ma il marchio (trasformato in SWISS, n.d.r.) è ora gestito da Lufthansa".
"Gli Aeroporti di Roma e Alitalia - ha proseguito Benetton ribadendo lo stato dell'arte sulla questione ex compagnia di bandiera - hanno certamente interessi comuni. Ma non sono arrivate proposte". E riguardo la "minaccia" di revoca delle concessioni autostradali ha risposto: "Non so se davvero si possano revocare le concessioni. Di sicuro bisogna decidere: o siamo razza padrona o siamo imprenditori affidabili".
"Chiunque ci conosce appena un po' - ha concluso Benetton - non ha mai dubitato di noi, tutti sanno che non facciamo parte di quel capitalismo che è un'avventura tra politica e malaffare. Non siamo ne papponi di Stato ne razza padrona".
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