Corre verso lo stesso destino il nuovo testo scritto da Melchionna insieme al talentuoso drammaturgo Giovanni Franci, con cui porta in scena undici monologhi impossibili da vedere nella stessa serata, poiché ad ogni spettatore è concesso di confrontarsi con l'intimo di un solo giocatore preventivamente scelto all'ingresso del teatro.
Tra docce, sudore, calzini sporchi e armadietti dismessi, il pubblico è accolto nell'antro più recondito del gioco del calcio, laddove si celano le storie degli uomini, nascoste tra gli uomini stessi. Storie che non vedranno mai la luce e che ogni giocatore, a suo modo, racconta al pubblico avido di conoscere l'uomo ch'è oltre l'atleta. Sono Lorenzo Balducci, Orazio Caputo, Mauro F. Cardinali, Emanuele Gabrieli, Sebastiano Gavasso, Pierre Jacquemin, Gianluca Merolli, Fabrizio Nevola, Roberto Oliveri, Marcello Paesano e Agostino Pannone, gli incredibili protagonisti di uno spettacolo dal coinvolgente e spiazzante allestimento di Chiara Carnevale. Undici storie coronate dall'epilogo della prodigiosa attrice Adelaide Di Bitonto, presenza inquietante e mascherata, coscienza per molti e arbitro d'anime per tanti nell'emozionante finale. In apertura è il prologo del mister Gennaro Di Colandrea a tenere banco, parole di un generale pronto a spronare i propri soldati prima che indossino le loro uniformi realizzate da Milla, che ha curato i costumi della pièce. Un appello ineluttabile quello del coach, mirato a spogliare i propri giocatori di ogni responsabilità, dignità o diritto di pensiero, poiché l'unico punto fermo dentro ognuno di loro dovrà essere uno e uno soltanto: portare a casa la partita, ad ogni costo.
Le musiche di Riccardo Regoli e le istallazioni fotografiche di Mario Pellegrino, accompagnano il pubblico in un viaggio oscuro fatto di ombre profonde che non sarebbero in grado di mostrarsi, se non sotto la luce di imponenti riflettori come quelli di uno stadio di calcio. Uno spettacolo destinato a far discutere, che riapre una porta serrata, chiusa a chiave da chi al di là della soglia non vorrebbe mai si mostrassero certe verità, schiacciate dal peso di un gioco in cui l'omosessualità, una fra tutte, resterà per sempre un tabù. Da vedere.
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