Ultrà, il conto dei violenti lo pagano le squadre. La stretta di Roma

Ultrà, il conto dei violenti lo pagano le squadre. La stretta di Roma
di Camilla Mozzetti
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Sabato 18 Maggio 2019, 00:53 - Ultimo aggiornamento: 12:06

Le società sportive non l’hanno presa molto bene ma la strada è tracciata e dal Campidoglio non intendono tornare indietro: dovranno pagare loro i vigili urbani e farlo anche prima delle partite, pena la notifica di ingiunzioni da parte del Comune. Nel prossimo futuro, per i match di calcio o per i grandi eventi – come i concerti – allo stadio Olimpico ma anche al Circo Massimo, ad esempio, saranno gli organizzatori a pagare il servizio svolto in strada dai caschi bianchi a tutela dell’ordine e della viabilità. La prossima settimana la sindaca Virginia Raggi porterà in giunta il testo già ribattezzato “delibera hooligan”. E nella proposta ci sono almeno due “clausole” dirimenti. A partire dalla voce “spese”. Basta gravare sul Bilancio dell’amministrazione – il refrain che circola nelle stanze di Palazzo Senatorio – per appuntamenti, soprattutto sportivi, che richiedono un impegno enorme di vigili e che sfociano poi in tafferugli e scontri, come è accaduto all’Olimpico mercoledì scorso durante la finale di Coppa Italia. Ogni anno il Comune per gli appuntamenti allo stadio spende per il servizio dei vigili quasi 2 milioni di euro. Anche i club – è l’assunto – devono fare la loro parte.

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I CRITERI
Il costo che ogni singola società dovrà sostenere sarà determinato dal Comando di polizia locale sulla base di determinati parametri che vanno dal numero di agenti richiesti per quell’evento specifico, a seconda delle chiusure o delle deviazioni al traffico, fino alle ore di servizio necessarie. Un esempio? Nell’ultimo match tra Lazio e Atalanta sono stati impiegati più di 200 agenti della Municipale per circa 8 ore di servizio. Il costo totale, che in questo caso ha coperto l’amministrazione capitolina, ha superato i 60 mila euro. Cifra che domani – con un ugual impiego di agenti – dovrà essere sostenuto, invece, dalle singole società sportive. Altro criterio imposto dal Campidoglio riguarda le modalità di pagamento: i grandi club dovranno erogare la cifra concordata almeno sette giorni prima del fischio di inizio della partita che sarà rimborsata (escludendo i costi relativi alle spese del personale già supportate per il servizio reso) solo nel caso in cui l’evento dovesse saltare all’ultimo. Ovviamente se le società dovessero mostrarsi reticenti, l’incontro non verrà cancellato ma il Campidoglio attiverà poi «tutti gli strumenti per la riscossione coattiva». Cartelle esattoriali, tanto per intenderci, o ingiunzioni da notificare ai club. Lo stesso meccanismo sarà applicato agli organizzatori dei concerti.

LE SOCIETÀ
I grandi club sono in subbuglio: il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha storto il naso affermando che «Le società non devono diventare dei bancomat», mentre negli ambienti della Roma hanno iniziato a far di conto sulle spese già sostenute. Da ricordare che le società, oltre al pagamento delle tasse, mettono sul piatto cifre importanti in occasione degli incontri per il servizio di pulizia, dentro e nelle immediate vicinanze dell’Olimpico, oltre al servizio di vigilanza con un numero di stewards che muta di volta in volta secondo la tipologia di incontro (se a rischio scontri o nel caso di una semplice partita di campionato), impiegati non solo tra gli spalti ma anche nelle prime zone di filtraggio per una somma complessiva che ogni anno sfiora i 20 milioni di euro. Tra l’altro parlando di “organizzatori” di eventi, le società stesse potrebbero opporsi agli obblighi del nuovo provvedimento comunale dal momento che una finale di Coppa Italia, ad esempio, non è organizzata dalle squadre che scendono in campo quanto più dalla Lega calcio.

L’OBBLIGO DI LEGGE
Ma da dove nasce la proposta della Raggi? Si crede che la misura sia divenuta «colma» dopo i tanti episodi in cui i match hanno provocato tafferugli e scontri in giro per la città oltre che nelle immediate vicinanze dello stadio. In realtà l’amministrazione non sta facendo altro se non applicare una legge dello Stato: la 96 del 21 giugno 2017 per la quale «le spese del personale di polizia locale in materia di sicurezza e di polizia stradale necessari allo svolgimento di attività e iniziative di carattere privato che incidono sulla sicurezza e la fluidità della circolazione nel territorio dell’ente, (in questo caso il Comune di Roma ndr) sono poste interamente a carico del soggetto privato organizzatore o promotore dell’evento».

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