Padova, «Ho tenuto mamma e zio morti in legnaia per avere le loro pensioni»: la confessione choc

Padova, «Ho tenuto mamma e zio morti in legnaia per avere le loro pensioni»: la confessione choc
di Maria Elena Pattaro
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Giovedì 16 Maggio 2019, 08:53 - Ultimo aggiornamento: 11:26

PADOVA - Sulla carta erano ancora in vita, nella realtà invece i corpi dei due anziani erano sepolti nella legnaia di casa. «L'ho fatto per continuare a incassare le loro pensioni», ha spiegato Federico Bernardinello, 55enne di Sant'Urbano (Padova) ai carabinieri che ieri nel tardo pomeriggio hanno fatto irruzione in casa sua, scoprendo i cadaveri della madre Nerina Battistella, classe 1931 e dello zio Italo Battistella, classe 1929, morti rispettivamente 6 mesi e 3 anni fa. La data era scritta nero su bianco sul foglio che il figlio e nipote aveva appoggiato sopra le bare: un baule per lo zio, un cellophane per la madre. A completare quella lapide rudimentale le carte d'identità dei due anziani, entrambi morti a 87 anni, e alcuni effetti personali.
 

 

 
DENUNCIATO
Ai militari che ieri pomeriggio hanno messo a nudo il suo agghiacciante segreto Bernardinello ha detto che i entrambi sono morti per cause naturali. Ma sarà l'autopsia disposta dal pm della procura di Rovigo a fare chiarezza sulle cause della morte. Al momento il padovano è stato denunciato per truffa e occultamento di cadavere. L'uomo ha ammesso di aver nascosto i corpi per continuare a percepire la pensione dei due anziani, di cui nessuno in tutto questo tempo aveva notato l'assenza.La situazione è però precitata lunedì quando il 55enne è andato nella banca del paese per sbrigare alcune pratiche relative ai conti correnti che erano intestati anche alla madre e allo zio. Tra i documenti richiesti dal direttore c'era anche il certificato di esistenza in vita, rilasciato dall'anagrafe del Comune. Bernardinello non ha battuto ciglio di fronte a una richiesta che avrebbe potuto far vacillare il castello di menzogne costruito con cura in questi anni, e si è diretto all'ufficio anagrafe. Quando la dipendente gli ha chiesto come stavano i due anziani, ha tagliato corto dicendo che erano all'ospedale di Trecenta (Rovigo). Ma dai controlli fatti dalla dipendente né in quella struttura sanitaria né in altre della zona risultavano ricoverati Nerina e Ivano Battistella. «A quel punto ci siamo insospettiti racconta il sindaco Dionisio Fiocco anche se non immaginavamo certo un epilogo del genere».

IL MEDICO
L'amministrazione ha contattato il medico di base, che lunedì pomeriggio ha raggiunto l'abitazione di Bernardinello, un casolare isolato in via Adige, poco distante dall'argine del fiume. Il cancello era chiuso, la porta socchiusa: l'inquilino voleva far credere di non essere in casa. Ma stavolta il gioco non gli è riuscito e quando ieri sono arrivati i carabinieri ha capito che la sua macabra messinscena ormai stava per finire. Il 55enne non ha opposto resistenza ai militari, confessando il motivo che lo aveva spinto ad agire. «Eccoli, sono qui», ha detto agli uomini in divisa spalancando la porta della rimessa adibita a legnaia e ricovero attrezzi. Il corpo dello zio, già ridotto a uno scheletro dentro a un baule; quello della madre, mummificato, avvolto in un cellophane.
Dei rilievi, durati fino a tarda sera, si è occupata la scientifica, sul posto insieme ai militari del Nucleo investigativo di Padova, e a quelli del Norm di Este e di Padova. La casa è stata posta sotto sequestro, mentre il 55enne è stato portato nella caserma della stazione locale per l'interrogatorio. Increduli anche i vicini di casa, anche se i rapporti con Bernardinello si limitavano a qualche saluto di sfuggita.
Maria Elena Pattaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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