Ferro, secondo la ricostruzione della procura che aveva sollecitato per gli imputati una condanna a due anni, fu ingannato dal rallentamento improvviso di un autocompattatore che lo precedeva quando l'autista si accorse della presenza non segnalata degli operai. Lo chef, che procedeva secondo tutte le perizie a una velocità non superiore a 45 chilometri orari, nel tentativo di evitare il mezzo sbandò con lo scooter e cadde sull’asfalto, finendo per impattare sulla corsia opposta contro un’auto che procedeva in direzione opposta.
Il giudice Sabatini ha anche disposto il pagamento di una provvisionale di 460 mila euro alle sette parti civili (assistite dagli avvocati Luca Conti e Valentino Ferro) vincolando al pagamento della somma la sospensione condizionale della condanna. Paolo Ferro, calabrese di origine, si era sposato a Torricella e quando morì era padre di due bambini piccoli di diciotto mesi e tre anni.
Per l'avvocato Conti «la sentenza rende giustizia a una famiglia dopo sei anni e a fronte di un comportamento della compagnia assicuratrice che non si è mai dimostrata con proposte concrete, dispoonibile a risarcire i danni».
Contro la decisione del tribunale i difensori degli imputati, Alessandro Rosati e Paolo Nesta, hanno preannunciato appello.
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