Sblocca cantieri, Cantone: norme pericolose. L'Ance: speso solo il 4% dei 150 miliardi stanziati

Sblocca cantieri, Cantone: norme pericolose. L'Ance: speso solo il 4% dei 150 miliardi stanziati
3 Minuti di Lettura
Martedì 14 Maggio 2019, 13:45 - Ultimo aggiornamento: 20:07
Norme pericolose. Il presidente dell'Anac Raffaele Cantone lancia l'allarme sul decreto sblocca cantieri e punta il dito sui tanti aspetti problematici ed in particolare sulla misura sui subappalti per i rischi di infiltrazione mafiose e per la qualità delle opere. «Più che al far bene si pensa al "fare comunque"», afferma ed incalza: «in questo Provvedimento, sulle grandi opere c'è poco, tranne la norma sui commissari straordinari che è molto pericolosa» per le deroghe concesse ai commissari stessi. Il numero uno dell'Anac annuncia poi uno studio sul provvedimento.
E mentre il Parlamento, discute del decreto, la normativa finisce anche nel mirino della Corte dei Conti: troppe deroghe, troppe continue modifiche, troppi cambiamenti in corso d'opera, un vero ginepraio, che lascia spesso «sgomenti» gli operatori, soprattutto negli enti locali. Tra le cause del blocco degli investimenti, la Corte dei
Conti elenca dunque anche questa: l'assenza di «ordinarietà», di regole semplici e stabili nel tempo, comprensibili e applicabili da tutti.

Il presidente dei magistrati contabili, Angelo Buscema, coglie l'occasione - di fronte alla platea dei costruttori
dell'Ance - per dare i suoi suggerimenti e lo fa in modo ancora più deciso rispetto all'audizione in Senato di appena pochi giorni fa. «Torniamo all'ordinarietà, dà certezza. Sono più le deroghe che le regole, ma le deroghe quando diventano prevalenti non aiutano nessuno», sottolinea, non nominando però mai direttamente i commissari straordinari previsti dal decreto, che potranno agire proprio in deroga alla legge e con poteri di stazione appaltante.

L'Ance sembra sulla stessa linea: «vogliamo le regole ma che siano semplici, facilmente comprensibili - afferma il presidente, Gabriele Buia - Non possiamo pretendere che gli ingegneri o gli architetti siano giuristi. Abbiamo
sedimentato normative e decreti e ormai anche la pubblica amministrazione non sa più come fare». La programmazione delle infrastrutture strategiche, del resto, è stata modificata 5 volte negli ultimi 8 anni, con continui ripensamenti sulle priorità da finanziare «deleteri» per il settore.

L'associazione evidenzia non a caso che dei 150 miliardi stanziati nelle ultime tre manovre, è stato speso solo il 4%, così come percentuali marginali sono state spese anche dei fondi europei. Il problema non sta tanto nelle famose soglie, di gara o di subappalto, ma nella complessità delle procedure «a monte» e nel fenomeno del «blocco della firma» che paralizza molti amministratori, timorosi di incorrere in abuso di ufficio o in contestazioni per danno erariale.

È proprio questo uno dei temi che le Commissioni Lavori pubblici e Ambiente del Senato si apprestano ad affrontare. Le modifiche al testo, ha spiegato il relatore Agostino Santillo, tenteranno infatti di definire meglio le responsabilità dei funzionari pubblici, oltre a cambiare la soglia del subappalto, portandola probabilmente dal 50 al 40% e quella per la procedura negoziata. L'idea in questo caso sarebbe di tornare al testo della legge di bilancio, permettendo la procedura aperta solo dopo il milione di euro (rispetto ai 200.000 euro fissati attualmente dal decreto), come chiesto dall'Anci. Prima dell'approdo in Aula previsto dopo le europee, martedì 28 maggio, dovrebbe inoltre essere eliminato il comma che esclude le imprese per irregolarità fiscale e contributiva non ancora accertata.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA